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giovedì 26 settembre 2019

SPAGHETTI con PESTO di POMODORINI SECCHI, MANDORLE e CAPPERI



Questo pesto di pomodorini secchi è tanto semplice e può apparire tanto estivo, quanto in realtà adatto ad ogni stagione, proprio per la presenza dei pomodorini secchi e delle mandorle, e quindi risulta un ottima cosa da preparare anche al volo all'ultimo minuto. Se però conservato con olio extra vergine di oliva e chiuso bene in un vasetto lo si può preparare anche uno o due giorni prima.
Io ho la fortuna di poter utilizzare fantastici ingredienti come i pomodorini ciliegino secchi di Pachino, le mandorle di Avola ed i capperi di Lipari, tutti prodotti Siciliani di eccellenza in effetti!
E comunque poichè sono tutti ingredienti che si conservano bene, questo pesto porterà il bel sole estivo anche nei periodi di freddo e giornate grigie.



SPAGHETTI con PESTO di POMODORINI SECCHI, MANDORLE e CAPPERI
per 4 porzioni

320 g di spaghetti
250 g di pomodorini secchi
50 g di mandorle pelate
2 cucchiai di capperi
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero
foglioline di basilico

Ammollate i pomodorini un paio di minuti in acqua calda, strizzateli e poggiateli su un panno asciutto
Mentre portate ad ebollizione l'acqua in una pentola capiente per cuocere gli spaghetti, in un contenitore alto e stretto versate i pomodorini, il basilico, le mandorle, i capperi, il pepe e l'olio e con un frullatore d immersione frullate bene tutto, ripetutamente. Assaggiate di sale e se serve aggiungetene.
Probabilmente l'acqua della pasta avrà iniziato a  bollire salatela e versate gli spaghetti, cuoceteli al dente, e versate nel contenitore del pesto 3-4 cucchiai di acqua di cottura della pasta e frullate bene.
Appena gli spaghetti sono cotti, scolateli e conditeli con il pesto.
Servite subito on qualche fogliolina di basilico come decorazione.


Enjoyyy!!!

lunedì 1 luglio 2019

SALSA OLANDESE


E siamo ufficialmente nel mese di Luglio, il mese che o si vive chiusi in cantina o si passa più tempo all'aperto tra mare, giardino e varie! 
All'aperto ed in giardino in particolare si dà fuoco alle fiamme del barbecue e tra le cose che non devono mancare ci sono le salse, come la salsa Olandese, che nasce in Francia, come salsa madre, di un bellissimo colore giallo, a cui io erroneamente pensavo si riferisse il nome, se penso ai formaggi a pasta gialla Olandesi; invece sembra che questa salsa sia un'imitazione di una salsa che veniva preparata nei Paesi Bassi quando il re andava in visita in Francia.
Mio marito è un amante di tutte le salse che possono condire carne, pesce, insalate e verdure e quindi inutile dire che questa è una tra le sue preferite.

Facilissima da fare e non so perché me lo scordo sempre e rimando la sua preparazione, e poi si decide di fare un bbq in giardino e “mi ritorna in mente” et voilà, mio marito felice e piatti più saporiti.


SALSA OLANDESE 

3 tuorli
un pizzico di sale
85 g di burro, ammorbidito a temperatura ambiente, tagliato in 6 tocchetti
1 cucchiaino di succo di limone
un pizzico di pepe bianco o di Cayenna

Sbattete insieme i tuorli, 2 cucchiai d’acqua e il sale in un pentolino sul fuoco bassissimo a bagnomaria, con una frusta. Continuate a sbattere rapidamente e fate attenzione che le uova non si scaldino troppo, altrimenti potrebbero impazzire. Togliete dal fuoco e aggiungete il burro un tocchetto per volta, mescolando continuamente. Scaldate il pentolino di nuovo sul fuoco bassissimo, sempre a bagnomaria e continuate a sbattere finché il composto si addensa e prende un colore giallo acceso. Aggiungete quindi il succo di limone e il pepe. Servite caldo

mercoledì 19 giugno 2019

PESTO AL TONNO E PISTACCHIO DI BRONTE



Quando si ho voglia di sperimentare e fare qualcosa di nuovo in cucina, a me capita di farlo con quello che mi ritrovo in dispensa o nel frigo. In questi giorni in cui l'Estate è arrivata prepotente a dire il vero non mi sconfinfera tanto l'idea di accendere forno e fornelli... però l'altro giorno guardavo un barattolo di vetro pieno di ottimo tonno sott'olio (extra vergine d'oliva) acquistato dalle parti di Capo Passero, dove ci sono ancor ottime tonnare che lavorano queste carni di pesce pregiato in maniera artigianale, e pensavo a come utilizzarlo senza riproporre la solita salsa al pomodoro, o in insalata ed ecco che mi ritrovo d'avanti la farina di pistacchio di Bronte, una cipolla di Tropea e inizio a tritare, cercare altri ingredienti base che difficilmente mancano a casa mia, ed è uscito un "pesto" che su dei crostini o per condire della pasta vi assicuro che ha il suo validissimo perchè!!!



PESTO AL TONNO E PISTACCHIO DI BRONTE

200 g Tonno sott'olio d'oliva
20 g capperi dissalati  tritati finemente
40 g farina di pistacchio di Bronte
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
1/2 cipolla rossa di Tropea tritata finemente
-2 cucchiai di aceto di vino bianco
1 cucchiaio di zucchero
3-4 foglioline di basilico
pepe nero o peperoncino
sale
olio extra vergine di oliva

In una padella versate un po' di olio extra vergine di oliva, una macinata di pepe nero (o se preferite del peperoncino) e stufate a fuoco dolcissimo la cipolla tritata finemente, se serve aggiungete 1,-2 cucchiai di acqua per farla appassire ma non bruciare, aggiungete dopo 5 minuti i capperi, mescolate e dopo un paio di minuti aggiungete l'estratto di pomodoro e fate amalgamare. Alzate la fiamma aggiungete lo zucchero e sfumate l'aceto. Mescolate bene e spegnete il fuoco. Fate intiepidire, versate in un mortaio( ma va bene anche il boccale di un frullatore ad immersione) il tonno, questa salsina di tonno e capperi le foglie di basilico il sale e la farina di pistacchi e pestate fino a ridurre tutto in un pesto ben amalgamato, aggiungendo olio extra vergine di oliva.


Conservate in frigo chiuso bene coperto con olio extra vergine di oliva oppure congelatelo.

ENJOY!!!

giovedì 16 maggio 2019

MAIALE IN AGRODOLCE


Poco attiva sul blog in questo periodo, ma anche perchè sono poco attiva in cucina, o meglio per cucinare cucino tutti i giorni, ma cose molto semplici.
Però è vero che ogni tanto lo sfizio ce lo prendiamo e così ho voluto provare una ricetta diversa dalle solite che preparo, il maiale in agrodolce, che tanto ho mangiato e adorato durante il viaggio in Cina. Come sapore direi che ci siamo, anzi direi che è decisamente lui, quello che mi ha conquistata durante quel bellissimo viaggio, ho invece un po' di dubbi di sulla morbidezza della carne, forse devo provare con qualche altro pezzo, un po' più "grasso", ma ho adocchiato un'altra ricetta sul libro di cucina cinese preso a Pechino, che mi riprometto di fare quanto prima.


MAIALE IN AGRODOLCE
(preparare salsa e marinatura la sera prima)

Per la salsa
4 cucchiai di concentrato di pomodoro

4/5 cucchiai di miele
4 cucchiai di salsa di soia
4 cucchiai di aceto di mele
1 rizoma di zenzero
1/2 bicchiere di olio di sesamo

Sbucciate il rizoma di zenzero e tagliatelo a fettine più della metà, il resto grattugiatelo e mettete in una terrina, dove verserete l'aceto di mele, la salsa di soia e l'olio di sesamo, mescolate ed aggiungete il miele ed il concentrato di pomodoro. Amalgamate bene tutto, coprite e riponete in frigo tutta la notte.

Per la carne
400 g di lonza di maiale
acqua
200 g amido di mais

Mescolate l'amido di mais con acqua, quella che vi servirà per ricoprire le fette di lonza a filo dentro ad una ciotola.
Coprite con pellicola per alimenti e riponete in frigo, tutta la notte ma anche di più, perchè più tempo la carne starà in marinatura e più morbida sarà, ovvio che non è obbligatorio e che quindi potete anche prepararla la mattina per il pranzo.
Quando sarete pronti a cuocere la carne, tagliatela a strisce, immergetele nella salsa e cuocetele in una padella unta con un filo di olio di semi sino a che non saranno caramellizzate, continuate a spennellare con la salsa, se volete un sapore più marcato,cospargete con semi di sesamo e servite con pasta e riso, o verdure.


Enjoy!!!


venerdì 26 aprile 2019

PESTO DI ZUCCHINE E STRINGOZZI


Fatti gli Stringozzi con solo albumi e farina, dovevo trovare qualcosa con cui servirli che mi ispirasse la bella Primavera e girando qua e là mi sono imbattuta in questa ricetta, e ci ho trovato il pesto di zucchine di cui sotto, che beh, io ve lo dico lo rifarò spesso perchè ha riscosso un successo notevole, nel piatto da portata non ne è rimasto nemmeno un frammento di Stringozzi e devo dire che la cosa mi ha fatta felice. Beh si dai, quando si hanno ospiti a pranzo quello che si desidera di più è che siano soddisfatti, satolli e contenti, si passano ore in cucina a studiare un menu, a preparare piatti e ricette, e sapere che chi siede al tuo desco torna a casa sua entusiasta, fa piacere dai, siamo sinceri. Per cosa si cucina con tanta passione? Per far felici gli altri e per mangiare bene ahahhahahahah.


PESTO DI ZUCCHINE (di La Mercante di spezie )


500 gr di zucchine verdi
1 mazzetto di foglie di Basilico fresco
2 cucchiai di prezzemolo tritato
1 spicchio di aglio piccolo
1 cucchiaio di mandorle pelate non pelate
1 mandorla amara (se l’avete perché regala un profumo di mandorle notevole)
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano
4 cucchiai di pecorino Romano
zafferano in pistilli
Olio extra vergine di oliva (tanto quanto ne serve per rendere il pesto bello cremoso)
sale


Bollite le zucchine, scolatele e fatele raffreddare, io preferisco utilizzare il microonde poiché mi serve pochissima acqua, cosa che quando si dovranno scolare le zucchie aiuta tanto (mettete le zucchine a rondelle in una ciotola di vetro con un dito di acqua e fate andare al massimo per 8-10 minuti. Tenete un cucchiaio di acqua di cottura in cui una volta tiepido metterete i pistilli di Zafferano e mescolate. In una padella antiaderente, schiacciate le zucchine con una forchetta (in questa operazione non passatele con il mixer, poiché conservereste ancora acqua, mentre sul fuoco questa evaporerà) e con fuoco dolce fate asciugare tutta l'acqua che emetteranno, una volta pronte e ancora calde versate in una terrina, aggiungete l'olio extra vergine d’oliva e l'acqua con lo zafferano, sino ad ottenere una crema, a questo punto potete aiutarvi con il frullatore ad immersione e lasciate raffreddare. Se volete anticiparvi sui tempi potete fare questa prima parte del pesto anche un giorno prima e conservare in frigo coperto.



Quando deciderete di cuocere gli Stringozzi, mettete abbondante acqua in una pentola, nel frattempo prendete il basilico, il prezzemolo, le mandorle, e versate in un robot da cucina (io uso il Bimby per quello trito le mandorle insieme, ma eventualmente potete pestarle prima fino a renderle polvere) con altro olio e tritate, aggiungete i formaggi e fate amalgamare bene, assaggiate ed eventualmente aggiungete sale e altro olio.
Mescolate insieme i due pesti.

Quando l’acqua bolle, salatela e versate la pasta, gli Stringozzi richiedono almeno 10-12 minuti di cottura, scolatela e condite subito con il buonissimo pesto di zucchine.



Enjoy!!!

giovedì 29 marzo 2018

CHEESECAKE al forno con FROSTING alla PANNA ACIDA


La Cheesecake è uno di quei dolci che cotto o "a freddo", bianco o al cioccolato non credo mi stancherà mai. Quindi quando ne ho l'occasione e mi capita tra le mani un'altra ricetta la provo e la approvo, sempre!!
Questa che segue è quella che faccio più spesso in assoluto e non ne avanza mai e dico mai una briciola e la cosa mi rende felice da una parte e triste dall'altra, perchè spero sempre in un avanzo da gustarmi sul divano...e no, non capita mai.


Inutile e superfluo dirvi che è perfetta per ogni occasione, dal party, al tè, come dessert per un pranzo o una cena, ma è ideale anche da trasportare per portarla a qualche scampagnata con gli amici.



CHEESECAKE al forno con FROSTING alla PANNA ACIDA

per una teglia da 26 cm di diametro

per la base 
200 g di biscotti "digestive"
75 g di burro morbido
100 g zucchero di canna

per la torta
750 g di formaggio cremoso (Philadelphia)
200 g mascarpone
20 g di maizena
230 g zucchero
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
1 uovo grande
1 pizzico di sale

per il frosting
200 g di panna acida (va benissimo anche créme fraiche)
250 g panna fresca 

fragole fresche per decorare 

Rivestite una teglia a cerniera con carta forno.
Frullate velocemente i biscotti e mescolateli bene con il burro morbido e lo zucchero di canna. 
Preriscaldate il forno a 170°C.
Versate questo mix sul fondo della tortiera e pressate bene con il dorso di un cucchiaio o con il fondo di un bicchiere. Mettete in frigo.
In una ciotola (io uso il KitchenAid con la frusta a filo) lavorate (vanno bene anche le fruste elettriche) il Mascarpone con il formaggio Philadelphia con lo zucchero, la maizena, l'estratto di vaniglia, l'uovo ed il pizzico di sale. Quando il composto sarà ben amalgamato versatelo nella tortiera sulla base di biscotti. 
Infornate e abbassate la temperatura a 165°C e cuocete per circa un'oretta o fino a che la superficie non avrà iniziato a prendere colore.
Lasciate raffreddare nella tortiera e nel frattempo montate la panna ben ferma con la panna acida.
Lavate e mondate le fragole e tagliatele.
Sformate la torta su un vassoio o piatto da portata e ricoprite con la panna montata a vostro gusto. Decorate con le fragole e fate riposare in frigo un'oretta o anche di più. 


Servite con una salsa di fragole fresche:

2 cestini di fragole fresche
4 cucchiai di zucchero

Lavate e mondate le fragole, tagliatele e frullatele con lo zucchero con un frullatore ad immersione. Conservate in frigo.



Enjoy!!!


sabato 15 aprile 2017

È NATO PRIMA IL SARTÚ O L’ARANCINO??


-“MA È NATO PRIMA IL SARTÚ O L’ARANCINO??

Mi sono chiesta dopo aver letto il post di Marina, nella ricetta della nuova sfida targata MTC.
-“e io che beata MIII….zzica ne so??” mi son prontamente risposta!!!

Però mentre elaboravo una ricetta per la mia preparazione ho provato ad immaginare cosa sia accaduto qualche secolo fa qua in Sicilia:
All’epoca dei Monsù, i cuochi eccelsi delle cucine delle tante case nobiliari quaggiù in terra di Trinacria (perché c’erano anche a Napoli eh, ma si chiamavano Monzù- tipico modo tuttora esistente al sud della nostra penisola di storpiare le parole, in quanto a dire il vero deriverebbe dal termine francese di Monsieur), che usavano fare una cucina “fusion” tra quella francese e quella napoletana o siciliana  fu creata una ricetta per poter rendere l’anemico riso, considerato cibo “triste” per i malati, un piatto gourmet, e così sulle tavole aristocratiche arrivò questo sublime involucro di riso condito e ripieno di ricche carni, formaggi, verdure, accompagnato da salse.
Ora se si osserva bene il sartù e lo si affetta, e se si fa lo stesso con l’arancino non notate delle somiglianze??
Qui a Catania l’arancino richiede il pezzettino di carne al sugo all’interno, poi c’è chi ci mette del ragù con carne macinata, il tocchetto di formaggio non manca mai, poi a discrezione della pasticceria c’è chi ci mette i pisellini o no…. Il riso forma un guscio, coperto da croccante pangrattato….. l’arancino a mio modestissimo avviso non è altro che un piccolo Sartù, ma fritto!!!
Come penso sia nato l’arancino??? Sempre come mia banale e “plebea” supposizione sono convinta che dalle ricche cucine dei palazzi nobiliari di cui ancora è ricchissima tutta la Sicilia qualcuno della servitù abbia assaggiato qualche avanzo e abbia pensato: “Marìììììììììììììììììììììììa ce la devo fare assaggiare macari a casa sta bontà divina!!! “, e così non avendo per le mani le segretissime ricette del monsù di turno, sarà andato a memoria e soprattutto di “accomodo”… fatto il riso, lo ha riempito di quel che passava il convento, un po’ di salsa di pomodoro cotta con qualche rimasuglio di carne a lungo per rendere il suddetto rimasuglio tenero, non avendo lo stampo ha dato la forma con le mani, non volendo levare le uova ad un altro pasto, avrà passato nella “lega” di acqua e farina e ripassato nelle briciole del pane duro e secco e …. E…. “uora comu comu lo cucino, che non è giornata per andare o’ funno(forno)???”, nel modo più semplice e veloce vista la fame, “lo friggo nella sugna e bonu cchiù!!”, e così secondo me è nato l’arancino, uno degli street food per eccellenza che qua in Sicilia ha di ben lunga superato il Sartù, più Partenopeo e nobile di origini…ma a conclusione di tutto sto papello vi regalo un finale da thriller di quelli seri, di quelli che quando leggete “THE END” vi guardate e pensate se ci sarà un seguito, o ancora peggio “che non ci avete capito una beata MII….zzica”: e se invece fosse nato prima l’arancino e qualche Monzù, sceso quaggiù a seguito del suo aristocratico signore Napoletano, passeggiando per mercati avesse assaggiato un arancino e fosse stato folgorato??? AAAAAAAAAAAAAAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAH….. Comunque il mio Sartù nasce dall’arancino, la base del risotto è quella colorata di zafferano e il ripieno è il sugo di carne accompagnato da polpettine, e fette di pepato fresco Siciliano…. Non ci sono melanzane che aggiungerei in Estate, e nemmeno pisellini che farebbero il mio Sartù di Primavera, non ci son funghi che mi regalerebbero i profumi dell’Autunno e non ci sono bietole o cavolfiori a ricordarmi l’Inverno…. È un Sartù di base sta a voi regalargli una stagione così come sicuramente facevano i Monsù qualche secolo fa!!
Con la ricetta in “bi-porzione” partecipo all’MTC n.65, sfida lanciataci da Marina!!



SARTÚ DI RISO SICILIANO

Per uno stampo  diam. 20 cm x 12 cm di altezza  e due da 12 cm di diametro e 9 cm di altezza

Risotto ( da 1 kg di riso originario crudo)
Carne al sugo (rispetto alla ricetta nel link ho messo metà carne di maiale e metà muscolo di vitello)
20-25 Polpettine di carne
400 g di Pepato fresco Siciliano
Burro
Per uno stampo  diam. 20 cm x 12 cm di altezza  e due da 12 cm di diametro e 9 cm di altezza



Per le polpettine
500 g di carne macinata di vitello
2 cipolletta fresche tagliate finemente
2 fette di pane in cassetta
3 cucchiai di Pecorino grattugiato
1 bicchiere di latte
1 uovo
Sale e pepe nero
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva per cuocere le polpettine

In una ciotolina ammollate il pane in cassetta nel latte, e nel frattempo mescolate la carne macinata con il Pecorino, il sale, il pepe e la cipolletta fresca. Strizzate bene il pane e aggiungetelo al composto di carne, mescolate bene ed aggiungete l’uovo. Amalgamate bene tutto. Versate l’olio in una padella e intanto formate delle palline di carne che rovescerete nell’olio caldo e cuocerete rigirandole pochi minuti. Lasciate a intiepidire su carta assorbente da cucina.


Per il riso
1 kg di riso originario o Carnaroli
3 litri di brodo di carne
3 scalogni
4 cucchiai  di olio extra vergine di oliva
Sale  e pepe q.b
6-7 pistilli di zafferano
1 cucchiaio di burro
200 g di Pecorino Siciliano grattugiato
3 scalogni
4 cucchiai  di olio extra vergine di oliva
Sale  e pepe q.b.
10 uova

In un tegame capiente versate l’olio e fate appassire gli scalogni affettati finemente e un’abbondante macinata di pepe nero. Versate il riso e fate tostare circa 1-2 minuti, mescolando, i chicchi devono diventare traslucidi. Versate nel tegame il brodo bollente mano a mano che il riso si asciuga. Fermate la cottura quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto. Togliete dal fuoco, aggiungete lo zafferano e mantecate con il burro e poi con il Pecorino mescolando bene tutto. Lasciate intiepidire leggermente ed aggiungete un uovo alla volta, mescolando molto bene tutto.


Assemblare il Sartù

Accendete il  forno a 180°.
Imburrate accuratamente e molto molto bene gli stampi e spolveratelo ancora più accuratamente con il pangrattato.
Mescolate il sugo di pomodoro, da cui avrete levate la carne con le polpettine.
Coprite il fondo dello stampo con uno strato di riso alto un cm circa. Livellate bene con il dorso del cucchiaio, io sono andata bella decisa con le mani. Riempire anche le pareti degli stampi, sempre dello spessore di 1 cm, e necessario aiutatevi o con le mani bagnate o con il dorso di un cucchiaio sempre bagnato. Arrivate a metà dell’altezza di ogni stampo se usate lo stampo grande mentre per quelli più piccoli arrivate al bordo. Riempite il fondo con le fette di Pepato e riempite con la metà del condimento di sugo e coprite con un altro strato di riso alto sempre un dito e rivestite le pareti fino all’orlo. Fate un altro strato il rimanente condimento nel caso dello stampo grande. Coprite con lo strato di riso alto sempre 1 cm. Livellate bene, cospargete di pangrattato e mettete di qua e di là qualche fiocchetto di burro.
Infornate e cuocete per 30-35 minuti (io 40, MA PER LO STAMPO GRANDE NE SERVONO ALMENO 60!!). Capirete che è cotto quando si vedrà chiaramente che i bordi si sono staccati dalle pareti, ma in realtà aspettate che la superficie sia proprio molto dorata, perchè se quella non è soda... inficiate tutto!
Lasciate riposare 30 minuti, e sformate direttamente su un piatto da portata o alzatina e se volete decorate con la besciamella e l'aiuto di una sacca da pasticcere con bocchetta a stella.





DOLENTI note (nel caso dello stampo grande):

-i tempi di cottura, sono troppo pochi!!! Per gli stampi piccoli i miei 40 minuti sono stati ottimi e sufficienti per quello grande NO!! Si è sformato benissimo, ma il fondo (inteso come la parte in alta in cottura) dopo 40 minuti, nonostante le pareti si fossero staccate, era “crudo” ed infatti sformato perfettamente, pareti sode e integre, da sotto (cioè dal fondo, e non le pareti) ha iniziato a cedere, rimesso subito in stampo, lo abbiamo mangiato lo stesso, ma ritengo che i minuti consigliati fossero insufficienti, tanto che prossima volta lo terrò come minimo un’ora e passa. L’errore è stato mio senza ombra di dubbio, perché avrei dovuto aspettare per un fondo ben ben dorato e non fidarmi del fatto che le pareti fossero perfette!! Ma come si dice sbagliando s’impara. Tutto questo mi ha insegnato a seguire pedissequamente una ricetta, fino a un certo punto, ma ciò non ha inficiato il gusto magnifico della Sicilia antica a casa nostra. E per fortuna mi ero progettata quelli bi-porzione (perchè non sono piccoli, con uno ci si mangia in due) per utilizzare i magnifici stampi " di un'età " della zia di mio marito presi in eredità...lei ci faceva i gelati..ma per me sono così belli anche per i Sartù dei Monsù, che dovevo necessariamente usarne un paio..... 



domenica 26 marzo 2017

BBQ SAUCE - Salsa barbecue homemade


“Non c’è barbecue senza questo speziato, appiccicoso, affumicato, agrodolce condimento“… anche se poi nello stesso paragrafo del suo  libro sulla cucina Tex Mex, Lauren  Evans ci dice che alcuni puristi sostengono che una salsa così forte “appiattisca” il sapore della carne.
Di fatto però non  esiste barbecue Americano senza la sua salsa bbq e non esiste libro di ricette o sito
web o Stato Americano che non abbia la sua versione, perché di una ricetta regionale stiamo parlando.
Se entrate in un supermercato Americano e vi dirigete negli scaffali accanto a quelli del Ketchup troverete un “arcobaleno” di salse bbq. Le salse barbecue Americane sono differenti tra loro per la
loro storia coloniale di origine, pensiamo agli Spagnoli, agli Inglesi e ai Francesi, per esempio, e agli immigrati in seguito. Ma di certo le si possono dividere in tre categorie di base quelle con un’alta percentuale di aceto quelle dove a predominare è  il pomodoro e  quelle a base di senape.
Poi ci sono almeno 11 classiche salse bbq regionali distinte e un’infinità di varietà, al whisky, al cioccolato, alle albicocche secche e così via.
In tutto il Sud degli Stati Uniti , per esempio, dalla Florida al Texas ognuno ha la sua versione, che sia quella gialla “South Carolina Mustard Sauce”, per la presenza della senape in alta percentuale, o che sia la Black Barbecue del Kentucky, o la White Alabama, per la presenza di mayonnaise, o quella più dolce di Kansas City, per la presenza della melassa, sta di fatto che ne esiste una versione per tutti i gusti.
L’origine di questa salsa pare inizi con la formazione delle prime colonie Americane nel XVII secolo, poiché comincia ad apparire sui libri Francesi ed Inglesi dai due secoli successivi. Quindi sembrerebbe
proprio che  stiamo parlando di una salsa Americana a tutti gli effetti.  Anche se nei libri di cucina antecedenti i primi del ‘900 non si fa cenno a questa salsa, che ufficialmente e commercialmente nasce ai primi del ‘900 negli Stati del Sud.
Quindi se vogliamo fare delle vere costine al barbecue all’Americana non può mancare, a voi la scelta di quale preferire.



BBQ SAUCE 

250 g di Ketchup
40 g di melassa naturale
40 g di miele
75 g brown sugar
½  cipolla piccola
finemente tritata
1 ½  cucchiai di olio
di semi
2 spicchi di aglio (schiacciati con lo spremi a
glio)
60 ml aceto di mele
30 ml di salsa Worchester
25 g di senape di Digione
Succo di 1 limone
½ cucchiaino di Tabasco
1 ½  cucchiai di
concentrato di pomodoro
½  cucchiaino di
peperoncino in polvere
4 g di sale
1/8 cucchiaino cucchiaino di pepe di Cayenna
½   cucchiaino di pepe nero macinato fresco
1 cucchiaino di paprika forte

In una ciotolina mescolate tutti i tipi di pepe e peperoncini. In un’altra ciotola più grande versate il Ketchup, senape, aceto, Worchestershire, il succo di limone, la melassa, il miele, il Tabasco e il brown sugar, mescolate, ma senza lavorare troppo.
Mettete in una casseruola a fuoco medio l’olio a scaldare, soffriggete la cipolla per circa 5 minuti, fino a che non si ammorbidisce e diventa traslucida. Aggiungete le spezie in polvere e fate cuocere circa due minuti, giusto il tempo per aromatizzare l’olio. Aggiungete a questo punto il contenuto degli ingredienti liquidi e fate cuocere a fuoco lento con il coperchio per circa 30 minuti, mescolando di tanto in tanto facendo addensare bene la salsa; assaggiate e a vostro gusto aggiungete l’ingrediente che preferite tra quelli utilizzati, in questo caso fate cuocere altri 10 minuti e poi per avere un risultato liscio e vellutato frullate utilizzando un frullatore ad immersione, e prima di conservare o servire passatelo con un colino.

Un paio di avvertenze:

-Per conservare una salsa bbq fatta in casa sono fondamentali degli accorgimenti, quali usare dei vasi di vetro con coperchi integri ben sterilizzati (io di solito li metto nel forno, lo accendo a porto a 100°C, dopo 5 minuti spengo e lascio raffreddare, ma va benissimo anche il classico metodo di farli bollire in una pentola);
– sappiamo tutti che le salse fatte industrialmente contengono conservanti che le rendono a lunga scadenza, così non è per quelle fatte in casa, quindi sono sempre per un uso abbastanza veloce, non più di un  mesetto o due, in frigo (sempre e comunque), anche se la presenza del sale, degli zuccheri e dell’aceto aiutano
la conservazione;
-per spennellare la salsa sulle carni sul barbecue non fatelo direttamente dal contenitore, mettetene la quantità che vi serve in una ciotolina, perché contaminereste la salsa rendendola “pericolosa”.

Fonti :
“La cucina Tex-Mex” Lauren Evans 




martedì 16 febbraio 2016

BRASATO AL BAROLO





Ed eccomi qui durante la “settimana degli arrosti e dei brasati” del Calendario Nazionale del Cibo Italiano, di Aifb ,presentata dalla socia Claudia Martinelli, e giusto giusto nella Giornata Nazionale del Brasato al Barolo, dove l’ambasciatrice è Marina Bogdanovic, che qui ci spiega bene come ottenere un ottimo brasato.
Io trovo che la ricetta sia una delle più belle che si possa servire come secondo durante un pranzo suntuoso o importante, e vi spiego il perché: a me le lente e lunghe cotture piacciono molto, perchè le si può preparare con un giorno di anticipo, poiché ne guadagnano i sapori e anche perché per motivi organizzativi durante una giornata in cucina a pensare agli altri “piatti” da preparare e alla tavola da presentare, avere il brasato che cuoce da “solo” dà un bell’aiuto in più.
Sicuramente conta il tipo di vino che utilizziamo e soprattutto il pezzo di carne, vanno bene lo scamone , la sotto paletta , lo spinacino,  la copertina e perché no, anche un bello stinco di vitello( avendo la casseruola giusta!!!), ma il mio preferito resta sempre e comunque il cappello del prete, che ormai per i miei stufati e brasati è il cavallo di battaglia!
Alcune piccole note, ma non meno importanti sono il contenitore, che se è di ghisa è perfetto, poco più grande del pezzo di carne, in modo che il liquido lo circondi e lo sommerga il più possibile (per questo ritengo sia importante rigirarlo spesso).
Per un miglior risultato le spezie e le erbe saranno il tocco che darà un’impronta più profumata quindi per le quantità e il tipo di spezie ognuno secondo me deve scegliere a suo gusto, ma diciamo che quelli che vi elenco nella ricetta ci sono sempre nelle mie ricette di questo genere.

Con questa ricetta partecipo alla Giornata Nazionale delBrasato al Barolo, per il calendario AIFB, #italianfoodcalendar


BRASATO AL BAROLO
1,5 kg di cappello del prete di vitello
750 ml di Barolo
500 ml di brodo di carne
4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
40 g di burro
2 carote
6 scalogni
7-8 bacche di ginepro
2 foglie di alloro secco
3-4 foglie di salvia
2 rametti di rosmarino
1 pezzetto di cannella
Chiodi di garofano
Pepe nero
Sale

1 cucchiaio di maizena ( o farina) per la salsa

 Con lo spago da cucina legate bene il pezzo di carne.


Lasciate il pezzo di carne a marinare con il Baro,lo in una ciotola con tutte le spezie e gli “odori” (come li chiamava mia nonna: il rosmarino, l’alloro, la salvia) e coprite con pellicola per alimenti.
L’indomani in una casseruola capiente versate l’olio extra vergine di oliva, il burro e una macinata di pepe e gli scalogni interi. Dopo una decina di minuti, la casseruola deve essere ben calda, asciugate il pezzo di carne (ma non buttate via la marinatura) e rosolatela da tutti i lati, fate formare la caratteristica  crosticina e solo allora unite con le carote lavate e mondate il vino, le spezie e gli odori della marinatura, aggiungete il sale ed abbassate la fiamma. Coprite con il coperchio e lasciate cuocere. Il vino dovrà restringersi, ogni 20-30 minuti girate la carne e se necessario aggiungete mano mano il brodo di carne.
Io il brasato lo faccio cuocere dalle 4-5 ore. Assaggiate , e se ce ne fosse bisogno, aggiustate  di sale. Spegnete il fuoco e filtrate il sughetto e mettetelo da parte. Quando il brasato sarà raffreddato tagliatelo a fette, s ele volete precise, se no tagliatela calda, ma con la lunga e lenta cottura tenderà a disfarsi. 


Scaldate il sughetto mescolando un cucchiaio di maizena in modo da ottenere una salsetta e aggiungete un cucchiaino di burro.
Servite sia il brasato che la salsetta caldi.

mercoledì 27 maggio 2015

SALSA LEGGERA AL LIMONE PER UN HAMBURGER DI POLLO-LIGHT LEMON SAUCE for CHICKEN HAMBURGER






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Il post di oggi è di “memoria” per chi ancora non è a conoscenza del bellissimo contest “I DO BBQ” di Patrizia, dove io sono giudice insieme a John, Americano DOP e mago del bbq!
La gara e le regole le trovate qui, e io mi sono voluta divertire a creare una salsetta facile  e leggera, adattissima a carni delicate, tipo il pollo o il pesce e devo dire che il risultato ha soddisfatto maritozzo, che in quanto a salse è veramente fissato! Inoltre ho preparato anche l’hamburger di pollo, facilissimo e gustosissimo…insomma… un pranzo veloce e piacevole e anche adatto ai primi caldi!!

Con questa ricetta, in quanto giudice, NON posso partecipare al contest  I DO BBQ”…MA VOI SI!!!! Approfittatene! And ENJOY!!!


HAMBURGER DI POLLO CON SALSINA  AL LIMONE

Per l’hamburger

200 g di petto di pollo
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano
Sale
1 albume d’uovo
In un mixer con le lame in acciaio (io in questo caso uso il Bimby) tritate finemente la carne di petto di pollo, aggiungete il sale, il Parmigiano grattugiato e l’albume e mescolate sempre con il mixer.
Dividete l’impasto di carne a metà e con ognuna formate una palla (io ho un attrezzino per formare gli Hamburger) e su un pezzo di carne forno pressatele in modo da dare la forma tipica dell’Hamburger. Chiudete in pellicola per alimenti e mettete in frigo fino all’utilizzo.
Scaldate molto bene la griglia del barbeque o della bistecchiera in ghisa e cuocete molto bene l’Hamburger da entrambi i lati (ricordate che è pollo e quindi va ben cotto).
Nel frattempo preparate la salsina a limone (avendo già tutti gli ingredienti pronti e pesati)

Per la salsa al limone
40 g zucchero
20 g maizena
½ cucchiaino di sale
135 g acqua
1 grattugiata di noce moscata
Zeste grattugiate finemente di ½ limone
Succo di 1 limone
1 cucchiaio di burro


In un bicchiere mescolate l’acqua, il succo di limone e le zeste grattugiate.
In una casseruola mettete e mescolate lo zucchero, la maizena , il sale e la noce moscata. Gradualmente mescolate anche l’acqua con il succo di limone. Accendete il fuoco e appena inizia ad addensarsi sciogliete il burro.
Servite calda insieme all’Hamburger e BUON APPETITO!

English version
Yesterday we had a very light but delish lunch, I prepared two chicken Hamburger and in the while even a light lemon sauce. The important thing is to get all the ingredients of the sauce ready to cook!
This recipe is perfect for “I DO BBQ” , my friend Patrizia’s BBQ contest….. so ENJOY!!


CHICKEN HAMBURGER AND LIGHT LEMON SAUCE

½ lb of chicken breast meat
1 egg white
2 Tbsp  of grated Parmigiano Reggiano cheese
Salt

Mix the chicken breast meat in a food processor (with steel blades) very finely, add the egg  white, the salt and the Parmigiano reggiano Cheese. Shape in two Hamburger and cover with cling wrap till the time of cooking.
While cooking prepare the Lemon sauce.
LIGHT LEMON SAUCE

3 Tbsp sugar
2 Tbsp cornstarch
½ tsp salt
Dash of nutmeg
½ lemon finely grated zest
1 lemon juice
1 Tbsp butter

In a cup mix water, lemon juice and zest.
In a saucepan combine the sugar, cornstarch, salt and nutmeg. Gradually blend in the water with lemon juice and zest. Cook over medium heat stirring and add butter, until thick and ENJOY!!