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mercoledì 22 settembre 2021

ZUPPA DI CAROTE



Quest'estate dopo ben diciannove mesi e tre giorni abbiamo ripreso un aereo per andare all'estero. Si lo so nonostante il covid e la pandemia in realtà qualche vacanza tra Febbraio 2020 ed Agosto 2021 me la sono presa e sono state anche molto belle, perché l'Italia è bellissima... ma a me mancava quell'attwsa e quell'adrenalina che mi dà il sapere che andrò a scoprire posti nuovi e culture diverse e così nel giro di meno di cinque giorni, abbiamo prenotato, fatto tamponi e siamo partiti per la magnifica Islansa e chissà che un giorno non vi scriva qualcosa a riguardo...ma intanto vi anticipo che ho girato benissimo, sia pesce che carne perché lì gli animali pascolano liberi e mangiano erba buona!!!

Una sera come inizio dopo aver trascorso la giornata tra ghiacciai e iceberg e dopo un caldo bagno ci siano ordinati una buonissima zuppa di carote e patate e io un po'nostalgica l'ho rifatto senza patate e beh visto che tra ieri e oggi inizia ufficialmente l'autunno credo che sarà un must gradevolissimo per le cene di giornate piu corte e meno calde.




ZUPPA DI CAROTE


1 kg di carote fresche 

1 cipolla media

1 litro di brodo di pollo( va bene anche di manzo )

1 tazza di latte intero 

2 cucchiai di olio extra vergine di oliva 

Sale 

Pepe nero 

Prezzemolo 


Pulite e pelate le carote e tagliatele a rondelle e mettete da parte.

In una casseruola soffriggete con l'olio extra vergine di oliva e una bella macinata di pepe, la cipolla affettata e fatela rosolare. Aggiungete un mestolo di brodo e bollente e fatela ammorbidire bene. Quando il brodo si sarà asciugato aggiungete le carote e mescolate bene, coprite con il brodo tenendone un mestolo da parte, mettete un coperchio  e fate cuocere le carote circa una trentina di minuti o il tempo che si ammorbidiscano bene.

Togliete dal fuoco e con un frullatore ad immersione passatele per bene.

Assaggiate di sale, aggiungete il resto del brodo e mescolate. Rimettete sul fuoco e dopo 5 minuti versate il latte e portate a bollore, dopo cinque minuti abbassate la fiamma, macinate altro pepe e spegnete. Mescolate e servite caldo con una spolverata di prezzemolo tritato e  se vi piace anche  del buon Parmigiano Reggiano grattugiato


ENJOYYY!!!

martedì 24 marzo 2020

MINESTRA di CAROTE E ZUCCHINE con MALTAGLIATI VERDI


Noi e la quarantena da Covid19, meglio noto come Coronavirus!
Noi e le ore da trascorrere chiusi a casa!
Noi e...non ci possiamo lamentare: abbiamo un bel tetto sulla testa e la possibilità di passarci il tempo tra libri, internet, passatempi, cose da fare a cui abbiamo sempre voluto dedicare del tempo e ci lamentavamo del fatto che non ci bastava mai; ma nonostante questo non siamo contenti. In effetti non c'è da esser contenti se in giro è in corso una pandemìa e al momento l'unica soluzione è restare a casa.
Di positivo per me c'è che qua son due giorni che piove e va bene così perchè magari questo tempaccio non ispira la gente ad uscire di casa e così forse riusciremo a metterci questo periodo alle spalle il prima possibile.
A me questo tempo grigio e umido ha ispirato una minestra molto leggera e calda per iniziare la settimana con un po' di "regime", dopo le lasagne al forno della domenica, visto che i ristoranti sono chiusi  e i profiterole, dal momento che le pasticcerie sono chiuse!!!



MINESTRA di CAROTE E ZUCCHINE con MALTAGLIATI VERDI
(per 3 porzioni)

6 carote
2 zucchine medie
1 cipolla piccola
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
sale
pepe

100 g di maltagliati verdi (avanzo dell'impasto di pasta sfoglia bolognese delle lasagne)

In un tegame versate l'olio extra vergine di oliva, due dita di acqua, e la cipolla finemente affettata e macinate del pepe e accendete il fornello. Nel frattempo lavate e pelate le patate e lavate e mondate le zucchine. Versate gli ortaggi tagliati a rondelle nel tegame e coprite a filo con altra acqua, aggiungete del sale coprite con un coperchio e fate cuocere per una mezz'oretta. Assaggiate di sale e versate i maltagliati. Fate cuocere velocemente e servite con dell'ottimo Parmigiano Reggiano.

ENJOYYY!!!

giovedì 12 dicembre 2019

RISOTTO ALLE CAROTE


Io non amo le carote crude e non le ama nemmeno Ronald Reagan, che non è il defunto Presidente degli Stati Uniti, ma il mio magnifico e buffissimo cane. Ma le compro e le uso tantissimo per preparare le basi del soffritto, o per cuocerci legumi, o anche per fare degli ottimi contorni come le carote al Brown sugar e bacon o pancetta.



Quando me ne avanzano le trito con cipolla e sedano e congelo, in modo da avare già una base pronta all'uso. Ebbene la settimana scorsa mi sono ritrovata una decina di carote e non sapevo cosa farci!!!
Ho perso 5 minuti buoni a pensarci e volendo mangiare riso a pranzo ci ho fatto un buon risotto, che fosse buono l'ho scoperto, ma mi sono così impegnata che credo comprerò le carote proprio per rifarlo spesso.

Aggiungo che è anche abbastanza light e ve ne renderete conto appena leggerete gli ingredienti.


RISOTTO ALLE CAROTE
(per 4 porzoni)

250 g di Riso Carnaroli
8-10 carote fresche
2 scalogni
80 g di salsiccia tagliata a tocchetti
1 cucchiaio di olio extra vergine d'oliva
sale
pepe nero
prezzemolo
Parmigiano Reggiano

In un tegame mettete l'olio con il pepe e gli scalogni affettati finemente con due cucchiai di acqua e fate stufare.
Nel frattempo pulite e pelate le carote, tagliatele a rondelle, mettete da parte qualche rondella e tritate tutto il resto.
Quando lo scalogno si sarà ammorbidito, versate tutte le carote sia tritate che in rondelle nel tegame, aggiungete del sale e mescolate, versate anche la salsiccia e fate cuocere una ventina di minuti.
Portate dell'acqua a bollore e mantenetela calda.
Aggiungete il riso alle carote e fatelo tostare, mescolando, per circa 2 minuti, aggiungete un po' d'acqua, il sale e mescolate, man mano che l'acqua viene assorbita dal riso aggiungetene, assaggiando di sale.
Quando il riso sarà al dente ( questo dipende più o meno dalla marca del riso che avrete utilizzato) mantecate con del Parmigiano Reggiano grattugiato.
Servite subito con una spolverata di prezzemolo finemente tritato.

Enjoyyy!!!

venerdì 25 gennaio 2019

TORTA DI CAROTE




La settimana scorsa o giù di lì Pasqualina, la nostra THE RECIPE-TIONIST di questo mese, pubblica le foto di una torta che già solo a guardarla rende felici. E non c’è stata altra scelta che rifarla quasi subito, anzi vi dirò che aspettando amici nel pomeriggio del sabato seguente per le nostre prove di ballo (poi vi racconterò) ho dovuto aspettare qualche giorno per poter provare questa ricetta e fremevo, non chiedetemi perché, ma fremevo come un bambino che passa davanti all’albero di Natale e vede già qualche pacchetto ben confezionato e freme per aprirlo, ma non può.
Fatta la torta che è di una semplicità assurda, messa nel piatto da portata, una volta a tavola per essere servita è stata la rivelazione dell’anno, complimenti a non finire e qualcuno che ha cominciato a dire di non assaggiarla, perché doveva essere tutta sua. Beh considerando che è veramente una passeggiata prepararla, so già cosa portare alle prossime prove di ballo. Ora è così soffice e umida che accompagnata con una crema di lato potrebbe essere deliziosa anche per un dopo cena, insomma io la trovo un passepartout eccezionale, dalla colazione, al tè ad un dopo pasto. E beh se non mi credete, almeno provatela. Capirete perché fremevo a farla quanto prima.


TORTA DI CAROTE  di Pasqualina Filisdeo
Per l'impasto

300 g di farina di mandorle
300 g di carote crude, grattugiate
300 g di zucchero semolato
4 uova intere
80 g di farina 00
30 g di olio di semi
1 bustina di lievito per dolci (16 g)
1 arancia, buccia grattugiata (o come ho fatto io 4 scorze di arance candite)
1 limone, buccia grattugiata
un pizzico di sale
1 punta di cucchiaino di semi di vaniglia
½ cucchiaino di estratto di vaniglia (facoltativo)

Pelate le carote, pesatele e tritatele con l’aiuto di un cutter, io ho usato il Bimby, a cui ho aggiunto lo zucchero e frullato tutto pochi secondi. Se usate le scorze di arance candite, vanno  frullate insieme alle carote e allo zucchero.
Versate le carote grattugiate con lo zucchero in una ciotola e aggiungete la farina di mandorle, gli aromi e per ultimo le uova e l’olio, mescolate bene con un cucchiaio di legno. Formata la pastella incorporate anche la farina 00 precedentemente miscelata al lievito e passata al setaccio.
Preriscaldate il forno a 190°C.
Imburrate ed infarinate uno stampo da 24/26 cm di diametro e versare il composto.
Cuocete a 190°C  per i primi 10 minuti, a 180°C per altri 45 minuti circa. Fate sempre la prova stecchino per verificare la cottura. Deve risultare asciutto.


Una volta fatta raffreddare, sformate e spolverate con zucchero a velo.
Si mantiene perfettamente morbida e “moist” (umida) anche 3 giorni (oltre la torta non ci è arrivata).

giovedì 15 febbraio 2018

PORK PIE con HOT WATER CRUST PASTRY (impasto all'acqua calda)



Su un'idea della Nostra Signora del Pudding e delle Pie Roberta,   abbiamo pensato ad un serata all'insegna di una Pie e di un Pudding, e ne ho approfittato per farci una buona cenetta per festeggiare il mio genetliaco qualche giorno fa.
L'intenzione, direi anche realizzata, era una pie da Pub inglese, salata e da servire a temperatura ambiente e cercando cercando un buon e valido impasto mi sono imbattuta su Delicious e credetemi anche se le mie foto non aiutano, il risultato è stato incredibile e credo lo userò spesso anche per farci dei timballi di pasta.
Per il ripieno sono andata a sentimento, un po' ispirandomi alle sempre molto Bristish Shpherd's Pie 
(con carne di vitello) e un po' alla Cottage Pie (con carne di agnello), ma per la carne ho declinato sul  maiale.
Attenzione la ricetta può sembrare lunga e laboriosa, nulla di più falso, prendete l'impasto e fateci quello che vi pare, andate a sentimento, a gusto vostro e sarete felice, che è poi la cosa più importante!


Ah, stasera noi  si fa una Pie Night, dove posteremo le foto delle nostre creazioni per l'occasione!! Buona Pie Night a tutti!!!!



PORK PIE (tratta liberamente dal mio gusto e da Delicious)


Per una teglia a cerniera dai bordi alti e con diametro cm 16

Ripieno

300 g carne di maiale a tocchettini
200  g carne di maiale tritata
1  Cucchiaio estratto pomodoro ( o concentrato)
1 cipolla media a cubetti
1 cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva

Soffriggete in una padella larga la cipolla con sale e pepe, appena si sarà ammorbidita, aggiungete la carne di maiale a cubetti e anche quella tritata, fate rosolare bene , cuocete per 10 minuti e mescolate il cucchiaio di estratto di pomodoro, cuocete altri 20 minuti ed aggiustate di sale. Spegnete e mettete da parte.

In una padellina preparate le verdurine:

100 g carotine piccole ( o tagliate a cubetti) pelate e lavate
100 g di pisellini
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
Sale e pepe
Saltate nell’olio i pisellini e le carotine con sale e pepe per 4-5 minuti, e fate cuocere altri 10 minuti coprendo con un coperchio.

Per le patate
2 patate medie lessate
Sale olio e pepe
Schiacciate le patate e conditele con sale olio e pepe e mettete da parte.

 Vi servirà anche *

100 ml di brodo bollente
10 g di fogli di colla di pesce

Fate sciogliere la gelatina nel brodo e fate raffreddare.

Hot water crust pastry *

500 g farina 00
1/2 cucchiaio zucchero a velo
1/2 cucchiaino sale
200 g strutto
200 ml acqua
1 uovo medio



Setacciate la farina con lo zucchero a velo ed il sale dentro ad una ciotola resistente al calore. Se utilizzate il kitchenAid la sua ciotola in acciaio inox è perfetta. Utilizzando il gancio 'foglia' Sbattete l’uovo e mescolate velocemente con la farina, non preoccupatevi se diventa grumoso.
In una casseruola scaldate l’acqua con lo strutto fino a farlo sciogliere e portate a bollore. Spegnete, mescolate bene e versate al centro dell’impasto e mescolate velocemente per amalgamare bene gli ingredienti. Infarinate il piano di lavoro, rovesciate l’impasto e lavorate velocemente.
Utilizzando la.planetaria mescolate velocemente sempre utilizzando la 'foglia' e lavorate a velocità 4 per una trentina di secondi, giusto il tempo di ottenere un impasto elastici e amalgamato.


Preriscaldate il forno a 180° C
Rivestite lo stampo sia .sul fondo che sui lati con carta forno.
Stendete l’impasto ad uno spessore di mezzo centimetro e rivestite lo stampo facendolo uscire dai bordi di qualche centimetro. Riempite con un primo strato di patate “a fiocchi”, senza premere, aggiungete un primo stato di ripieno di carne e sistemate le carotine con i pisellini, mettete il resto della carne e coprite sempre con le patate.  Stendete l’esubero di impasto sempre ad uno spessore di mezzo centimetro, formate un buchino al centro e ricoprite tutta la superficie della vostra pie. 

























Premete bene i bordi e ritagliate l’eccesso di impasto, con il quale a vostro gusto decorerete la vostra pie, con aiuto di cutter e taglia biscotti.


Sbattete un tuorlo e spennellate il coperchio della vostra pie ed infornate per 45 minuti circa, la superficie deve essere ben dorata.
Tirate fuori dal forno e lasciate nella teglia per 15 minuti, dopo di che delicatamente aprite la cerniera ed eliminate la carta forno. Con l’aiuto di una spatola spostate la pie su un piatto o vassoio.


Mettete un imbuto nel foro centrale e versate piano piano un po’ alla volta il brodo con la gelatina, che se dovesse essersi solidificato nel frattempo, potete rimettere sul fuoco per riportarlo ad una consistenza più liquida. 



Terminata questa operazione fate raffreddare e riponete in frigo qualche ora.
Toglietela dal frigo un’oretta e mezza, due prima di servire la vostra pie con una bella birra ghiacciata.


*Questa dose di impasto è perfetta per una teglia da 30 cm di diametro massimo. Dipende anche da come desiderate decorare la vostra pie. Ovviamente per una pie come la mia mi è avanzato impasto che ho chiuso in pellicola trasparente e messo in freezer.









venerdì 24 febbraio 2017

COLESLAW e PASSAGGIO a NORD-OVEST:da Jasper a Prince Rupert, British Columbia


Sono passati dei mesi dalla mia ultima puntata su quello che è stato uno dei mie viaggi preferiti, quello in Canada, (questo post era pronto sistemato, ma non l’ho salvato, e mi persi tutto…e così poi ho fatto passare mesi) e nel mentre si sono aggiunti nuovi ricordi, posti, luoghi e sapori nella mia valigia nel frattempo, ma sono cose che vi racconterò a tempo debito, fatemi finire con questa magnifica esperienza Canadese.
Via avevo lasciato a Jasper, la mattina che stavamo dirigendoci verso l’Oceano Pacifico, facendo involontariamente a ritroso il viaggio dei salmoni che proprio tra fine Agosto e i primi di Settembre tornano sui loro passi a deporre le uova.
Lasciatici il Parco Nazionale di Jasper alle spalle siamo entrati in British Columbia, che viene definita “beautiful” ed in effetti è così. I paesaggi sono qualcosa di stupendo, e poi più a Nord si va e meno traffico (se traffico si può definire) si incontra, la natura diventa ancora più incontaminata.
Per raggiungere Prince Rupert, la città a Nord della British Columbia a poche miglia dal confine con l’Alaska, dal cui porto partono i traghetti per approdare sulla Vancouver Island in 16 ore di navigazione attraverso l’inside passage, le miglia da percorrere sono veramente tante e quindi questo tragitto di “passaggio” lo abbiamo spezzato in due notti lungo la strada, dove abbiamo macinato miglia e miglia, ma riuscendo comunque a trovare posti dove fermarci a scoprire qualcosa.
Entrati nella British Columbia la prima sosta è stata per ammirare il Mount Robson e dove abbiamo preso informazioni presso il visitor center che ci ha dato il benvenuto con consigli, mappe, e altro.
Così dirigendoci verso Prince George per pernottare ci siamo fermati in un punto del fiume Fraisier per ammirare la risalita dei salmoni, è la parte più alta e difficili del fiume che dista dall’Oceano Pacifico ben 800 miglia (quasi 1300 km) dove solo i salmoni più grandi e forti riescono a giungere. Inutile dire che è uno spettacolo incredibile da ammirare vista la forza della corrente delle acque, e la resistenza di questi pesci.






Come sosta per sgranchirci le gambe e per rifocillarci ci siamo fermati in un piccolissimo villaggio, McBride, che sembra un piccolo villaggio uscito dal romanzo di Laura Ingalls Wilder “La casa nella prateria”, con un minuscolo ufficio postale, un piccolo emporio, una scuola formato tascabile, ma anche un ottimo pub con una buona cucina dove bere una bella birra fresca Canadese, il Gigglin’ grizzly pub.




Ripartiti in direzione di Prince George, una cittadina industriale e abbastanza anonima, famosa solo perché sosta per spezzare un lungo viaggio, infatti ci sono tanti business Hotel e Motel, per tutte le tasche, noi abbiamo optato per il Sandman Hotel, che dispone di un’ottima cucina, curata e frequentato anche molto dai locali.
La mattina seguente dopo colazione abbiamo ripreso la strada verso Smithers, ma non prima di aver fatto la deviazione per Fort Saint James, un forte fondato agli inizi dell’800 per il commercio e i gli scambi con i nativi locali. Un posto ben restaurato dove si riesce a comprendere lo stile di vita dei pionieri dell’epoca.





Per la sosta pranzo ci siamo fermati in un negozio di alimentari di Burns lake per poter fare un veloce pic nic sulle sponde del piccolo lago locale per ripartire subito verso Smithers, una cittadina da dove partono infinite gite per chi ama il tracking e le scalate, con una main street molto carina, piena di negozi, pub e ristoranti che durante il giorno organizza feste ed eventi legali alla stagionalità.




Abbiamo goduto di un aperitivo all’Alperhorn Bistro, in attesa della cena all’Hudson Bay hotel, visto che purtroppo da quel momento una leggera pioggerellina ha iniziato a farci compagnia per buona parte del viaggio. Rientrati all’Hotel Aspen Inn siamo crollati dal sonno.


Il mattino seguente abbiamo iniziato il cammino verso Ovest, verso l’oceano, fermandoci prima ad Hazelton un villaggio storico dove si insediarono i primi pionieri e dove all’interno della riserva Indiana si trova un piccolo, ma interessantissimo museo di reperti archeologici e suppellettili degli “antenati”, e dove si trovano bellissimi Totem in legno originali nel parco all’aperto.








Nonostante la pioggerellina incessante abbiamo goduto di questo magnifico posto e poi abbiamo ripreso il cammino, attraversando zone con ricchi corsi d’acqua avvicinandoci al mare.









Giunti a Prince Rupert e lasciato l’auto in hotel, il Prestige Prince Rupert Hotel, siamo andati di corsa (perché avrebbe chiuso di lì a breve) al Northern British Columbia Museum, incentrato sulla storia e la cultura della First Nation, come amano definirsi i nativi, e su quella dei pionieri che si avventurarono in queste zone, all’epoca estreme, per aprire nuove strade ai commerci.






Approfittando della tregua di qualche ora concessaci dalla pioggia abbiamo piacevolmente passeggiato a Cow Bay, un quartiere sul mare molto caratteristico dove a farla da padrone sono ristorantini, bar, negozi e decori che richiamano le mucche.











Non ci siamo fatti mancare un aperitivo con la vista su un nativo che intagliava legno, vicino ad un caldo camino al Crest Hotel, guardando le navi cargo passare.


Prince Rupert è una piacevolissima cittadina, che merita una giornata per godersela, quindi se pensate di fare l’Inside Passage col traghetto per raggiungere Port Hardy, calcolate i tempi per arrivarci.
La cena l’abbiamo prenotata al Dolly’s Fish Market, ristorantino spartano, ma di proprietà di pescatori odove il pesce freschissimo è cucinato in maniera ottima!
Siamo andati a letto abbastanza presto perché l’imbarco ai traghetti con l’auto iniziava alle 5.00 del mattino!!



Come ricetta vi lascio quella della Coleslaw un'insalata di cavolo cappuccio e carote che è uno dei più classici dei contorni di tanti piatti ordinati e gustati in questo viaggio meraviglioso.

Alla prossima puntata con l'approdo sulla Vancouver Island!!




 COLESLAW ( di Bertha McDonald)

400 g di cavolo cappuccio verde tagliato a listarelle sottilissime (io uso una mandolina)
200 g di carote grattugiate 
1/2 cipolla tagliata finemente
125 ml di maionese
50 ml di aceto di vino rosso
1/2 cucchiaino di semi di sedano
sale e pepe macinato fresco



Mescolate dentro una ciotola capiente il cavolo cappuccio con le carote e la cipolla (io adoro fare questa operazione con le mani).
In una ciotolina più piccola mescolate la maionese con l'aceto il sale, i semini di sedano e macinate il pepe nero. Unite questa emulsione al mix di cavolo cappuccio e mescolate bene. 
Coprite e mettete a riposare in frigo fino al momento di servirla. 
Si conserva molto bene in frigo fino a due giorni, se chiusa in un contenitore. In realtà il riposo minimo di alcune ore in frigo aumenta i sapori a questa freschissima insalata.



NOTE DI VIAGGIO:
-British Columbia Visitor Center(Mount Robson): disponibilità e ottimi consigli- VIVAMENTE CONSIGLIATO
-Giggling Grizzly Pub (McBride): perfetta sosta, per una strada lunga e con pochissimi villaggi di passaggio. -VIVAMENTE CONSIGLIATO
-Sandman Hotel, Prince George: classico business Hotel, ottime e stanze, ristorante annesso veramente buono. Da considerare solo come sosta per il viaggio: VIVAMENTE CONSIGLIATO
-Alperhorn Bistro, Smithers: atmosfera allegra, ottime birre e cocktail, accoglienza, cortesia e gentilezza : ALTAMENTE CONSIGLIATO
-Ristorante dell'Hudson Bay Hotel: buona cena, ambiente molto tipico: CONSIGLIATO (ma solo perchè avendo più tempo Smithers offre tante alternative, ma da prenotare per tempo)
-Hotel Aspen Inn: camere accoglienti, pulite, sempre valido come sosta del viaggio: CONSIGLIATO (come sopra)
-Prestige Prince Ruper Hotel, Prince Rupert: ottima posizione perchè in centro a pochi isolati da tutto e soprattutto a 5 minuti esatti di auto dall'imbarco dei traghetti. Camere accoglienti, munite di ogni comfort: VIVAMENTE CONSIGLIATO
-Dolly's fish market: locale spartano, ma la cucina di pesce assolutamente OTTIMA: ALTAMENTE CONSIGLIATO