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mercoledì 3 ottobre 2018

CANNELLONI, HOMEMADE con spinaci e ricotta



Trovare notizie sulle origini dei cannelloni non è stato per niente facile, anzi direi che a parte le solite poche righe in cui si dice che risulta essere ricetta “antichissima”, ma antica quanto non si sa, è praticamente difficile sapere in realtà quando e come siano stati inventati.
Sono da generazioni uno dei piatti delle feste un po’ in tutta Italia, al nord nascono con la stessa sfoglia all’uovo delle lasagne, al sud viene usata la farina di semola di grano duro. Si fanno ripieni di “magro” con ricotta e spinaci, o belli ricchi con macinato di carne! Si ricoprono di sughi, ragù, salse e besciamelle, e non deludono mai nessuno.
Tornando alle origini di questa pasta ci sono dei cenni “relativamente” antichi nella prima metà dell’800 tramite un cuoco aretino, tale Giobatta Magi, che cita un “timballo di cannelloni”, ma già Vincenzo Corrado, nel suo ”Cuoco Galante” presenta qualcosa che si avvicina molto al cannellone come lo conosciamo noi, anche se in realtà si tratta di un grosso pacchero pre lessato, farcito con  carne e tartufi, terminato di cuocere in un sugo di carne.
Poi ho trovato una vera chicca**, gradevole da leggere, dove addirittura si parla di chi li ha realmente creati e dove, ma è una storia un po’ lunga, quindi vi lascio prima la ricetta che ho fatto io, seguendo un po’ i gusti di famiglia, e poi se vi va e siete curiosi avrete una bella storia, che non so se sia vera o no, ma è piacevolissima!!!



CANNELLONI AL FORNO

Per la pasta:
3 uova
300 g di farina debole

Per il ripieno:
150 g di mortadella
400 g di ricotta fresca
150 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 uovo
200 g di spinaci lessati e strizzati
sale
pepe
noce moscata

Per il condimento:

Parmigiano Reggiano grattugiato

Per la besciamella lenta:

500 ml di latte fresco intero
40 g di burro
30 g di farina
sale
noce moscata
 
Fate fondere il burro a fuoco basso. Versate la farina, mescolate fino ad ottenere una crema liscia. Appena il composto accenna a schiumare (non deve prendere colore), versate 3/4  del latte. Raggiunta l’ebollizione, quando il composto comincia ad ispessirsi aggiungete il resto del latte, salate e pepate e aggiungete una grattugiata di noce moscata. Mescolate senza fermarvi. Tempo di cottura circa 15 minuti.
Dopo aver impastato e lavorato l’impasto di uova e farina, stendete la sfoglia sottile. Tagliate dei quadrati di circa 10 cm per lato.


Preparate il ripieno, mescolando l’uovo, la ricotta, il Parmigiano Reggiano, la mortadella tritata finemente, gli spinaci, il sale, il pepe e la noce moscata. Inserite tutto in una sac-à-poche.
Sbollentate pochi secondi in acqua leggermente salata i quadrati di sfoglia, stendeteli su un canovaccio di cotone.





Farcite da un lato i cannelloni, lasciando un paio di centimetri liberi, per aiutarvi nella chiusura. Arrotolate i cannelloni senza pressare.
Velate il fondo di una pirofila con la besciamella, sistemate i cannelloni uno di fianco all’altro e coprite con altra besciamella, fate un bello strato di ragù e spolverate con il Parmigiano. Gratinate in forno per circa 15 minuti a 180°C.

Serviteli caldi e buon appetito.



Alle ore tredici di un
giorno di agosto del 1924, quando il sole spaccava le pietre e tutto il paese
sembrava assopito in un’immensa colata di luce abbagliante che il riflesso del
mare trasformava in una nebbiolina evanescente, improvvisamente le campane della
chiesa del convento, fondato da San Francesco nel 1222, cominciarono a suonare
a  distesa, come nel giorno di Pasqua, al
momento della Resurrezione. Amalfi si scosse di colpo. Quale bella notizia
recava quel suono gioioso? Chi era per strada si voltò a guardare la torre del
campanile del convento come se dagli archi, oltre al dondolare del battaglio
contro la campana, dovesse venir fuori anche il motivo di quel richiamo
festoso. I sagrestani del Duomo, di San Biagio e dello Spirito Santo credettero
a un evento straordinario e, senza nemmeno chiedersi la ragione di
quell’inatteso scampanio solenne, corsero anch’essi a suonare. Ormai era
diventato un giorno di festa. Ma che festa? Dai balconi la gente se lo
chiedeva, ma nessuno sapeva rispondere. Si vedevano preti trafelati e
inconsapevoli correre alle loro chiese per conoscere la lieta novella.
L’annuncio di un concilio? La nomina di un vescovo? Solo al vecchio convento
sapevano. La chiesa del convento è rimasta tale e quale com’era, come
la volle il poverello d’Assisi, che ad Amalfi restò due anni col suo compagno
fra’ Bernardo di Chiaravalle. Edificò il convento per l’abitazione dei monaci e
un chiostro bellissimo. Poi ci furono le varie espropriazioni e, in seguito al
concordato di Terracina, dei 1818, tra i Borboni e la Chiesa, il convento cessò
come casa religiosa e passò in proprietà alla parrocchia di Santa Maria Assunta
della frazione Pastena di Amalfi. Ed è tuttora di sua esclusiva proprietà,
nonostante le cause intentate dai frati conventuali.La parrocchia dette il
convento in affitto alla famiglia Barbaro con l’obbligo della cura della chiesa
annessa: messa alla domenica, funzioni religiose secondo le regole episcopali,
il rosario all’ora dei vespri, la nomina di un cappellano, tutto come se ci
fossero ancora i frati. I Barbaro, gente devota, hanno mantenuto sempre fede ai
patti. Del convento, prima fecero una locanda, poi un albergo, l’Hòtel Luna.
Ancora oggi, dopo più di un secolo e mezzo, locatore e affittuario non sono
cambiati. L’albergo, che ha anche un’ala nuova modernissima, conserva nella
parte vecchia l’antica struttura. Le celle, hanno le
stesse porte di legno di allora, con i piccoli battenti e il finestrino a grata
per vedere chi bussa; la chiave della serratura è la medesima di un tempo: di
ferro, lunga, nera e rozza. Le camere sono monacali nel senso più stretto della
parola, allineate su due piani: uno a livello del chiostro, l’altro sotto.
Alla sera e alla notte solo una luce molto fioca e schermata consente di
orientarsi in quella semioscurità quieta e mistica. Un silenzio fatto di pace e
di solitudine sembra scendere dal cielo: quando è stellato e c’è la luna piena,
le bifore del porticato appaiono maestose e insieme lontane mille anni dal rumore
e dalla violenza delle città, suscitando un bisogno di bene e talvolta, in
quella beatitudine, un senso di rimorso. Ma anche passioni d’amore così forti
da sembrare irripetibili. Un vero incantesimo. I forestieri ne restano rapiti,
muovendosi con circospezione, come se appartenessero a un ordine religioso.
Incontrandosi si salutano con inchini appena accennati, parlano bisbigliando,
chiudono le porte con delicatezza da certosino. I servizi, i bagni, il
guardaroba sono ricavati nella cella attigua così che, se prima, ai due lati
del chiostro c’erano ventiquattro monaci in ventiquattro celle, oggi ci sono
dodici celle sopra e dodici al piano inferiore. L’arredamento rispetta la
tradizione: nelle celle tutto è rimasto povero ma pacatamente elegante: dov’era
il giaciglio con ai due l’inginocchiatoio e la sedia, c’è un letto più ampio
che va quasi da un muro all’altro, lindo e molto sobrio, se così può dirsi. Ai
due piedi due poltroncine e, contro la parete, un tavolinetto cosiddetto
“fratino”. Da un finestra piccola con le 
imposte dipinte in
verde, si vede un mare immenso, da Capo d’Orso a Capri, il golfo di Salerno e
il golfo di Napoli, i Faraglioni e nelle giornate chiare e splendenti perfino
la Sardegna, dicono i marinai. Certo i monaci sapevano vivere e San Francesco
sapeva scegliere i luoghi dei conventi. Ma torniamo alle campane. Amalfi è
tutta spalancata sul mare, cinta e chiusa alle spalle da una catena di monti
che ai tempi del suo splendore repubblicano ne taceva una fortezza imprendibile
da parte dei corsari nelle loro varie incursioni. A una estremità del paese,
quella di destra, con la torre saracena, c’è l’Hòtel Luna; mentre all’estremità
sinistra, posto in alto c’è il famoso Cappuccini, l’albergo ultrasecolare di
fama mondiale. Convento anch’esso, con chiostro e celle, un lungo viale con
colonnato a reggere il pergolato che fa da tetto con le foglie delle viti e,
nella stagione giusta, i grappoli d’uva. Ai bordi, rampicanti di bouganvillee e
gerani. Qui i monaci cappuccini, passeggiando, recitavano preghiere, leggevano
il breviario e ringraziavano il Signore per quella vita serafica e piacevole.
Anche il Cappuccini, dal 1826, fu dato alla famiglia Vozzi, che ancora oggi ne
ha mantenuto lo stile. La sala da pranzo è il vecchio refettorio, e all’ora dei
pasti suona la vecchia campanella dei frati. E’ sospeso sul mare, in una grande
cornice verde, in mezzo ad un bosco rigoglioso, fra aranceti, rose e aiuole di
begonie. Fino a pochi anni fa, prima che vi fossero istallati gli ascensori, vi
si accedeva da una rampa pedonale dove le persone anziane salivano in
portantina. E qui comincia lo `spettacolo. L’ultimo dei Vozzi – don Alfredo – un
uomo alto, magro, biondo ancora in tarda età, dal portamento signorile, vestito
con una eleganza sobria e un po’ négligée, pieno di charme, poliglotta,
somigliante per pietà a Lawrence d’Arabia e per metà al Kaiser, era amico di
re, di poeti, di scienziati e di artisti. Oggi si direbbe un gran manager:
niente affatto, solo uno stravagante padrone di casa, pieno di fascino. Tale
era la simpatia che ispirava che, per un Capodanno, si dettero convegno quattro
re che aspettarono la mezzanotte del 31 dicembre insieme a Salvatore Di Giacomo
e Guglielmo Marconi, questi ultimi ospiti abituali di don Alfredo. Una reggia e
un’accademia di arte e di scienza? Tutt’altro. Solo una casa di amici. Don
Alfredo aveva qualche disturbo di vecchiaia, ma essendo sempre stato una
quercia, insofferente del più piccolo fastidio, era diventato nevrastenico. Si
considerava malato, ma non lo era.  Una
civetteria da vecchio signore. Passava molte ore a letto e quando si alzava
sedeva sotto il pergolato a ricevere gli ospiti. Fumava rabbiosamente sigari
toscani, ma  più  che
fumare, dopo  averli  accesi, li
stritolava  coi denti e li buttava
via. Per oltre trent’anni non era mai sceso in paese. Per gli amalfitani era un
mito. Aveva molte stranezze: ogni sera mandava al capitano del piroscafo che
faceva servizio per Napoli, un dolce o un altro piatto squisito perché, al
mattino alle sette, alla partenza del vapore, non suonasse la sirena che
avrebbe svegliato i clienti. Una piccola innocente corruzione e una riguardosa
attenzione. Quando invitava qualcuno a colazione a un certo punto, stufo di una
pietanza, diceva: “basta”. Ed esigeva che anche il commensale
smettesse. Per sé non voleva il cambio dei piatti, ma mangiava le varie
pietanze in un piatto solo, ammonendo ogni volta il cameriere: “Alla
borbonica”. Cosa c’entravano i Barboni non si sa. Come se quella dinastia
avesse avuto la stessa strana abitudine. Non usava il coltello, ma uri
temperino che teneva in tasca. Fisime e nevrastenie messe insieme. Però quando
vedeva che, dalle rampe, salivano a piedi o in portantina “nuovi
arrivi”, si rinvigoriva e, pur facendosi sorreggere (per modo di dire) dai
due fedeli facchini – Andrea Torre e Giuseppe Dipino – si metteva in cima alle
scale a ricevere gli ospiti. Qui cominciava la grande scena. Bello, dritto e
solenne, scortato dai due inservienti in tenuta turchina, don Alfredo, con uno
scialletto viola sulle spalle, accoglieva i forestieri. Dopo aver accennato un
inchino, diceva: “Un vecchio infermo si alza dal proprio letto per dirvi
bene arrivati ai Cappuccini”. A quelle magiche parole, l’amore scoppiava
improvviso e i clienti, anziché un giorno, rimanevano mesi e tornavano negli
anni seguenti. Altro che “pubbliche relazioni”: questo era cuore e
intelligenza. E la storia della campana? Finalmente ci siamo arrivati. I
rapporti tra i due alberghi – l’Hòtel Luna e l’Hòtel Cappuccini – erano di
reciproco rispetto e di cavalleresca lealtà. Tutte e due le
“dinastie” alberghiere – i Barbaro del Luna e i Vozzi dei Cappuccini
– avevano mantenuto una regola a cui non vennero mai meno. Quando la cucina di
uno dei due alberghi inventava un piatto nuovo, il primo assaggio e il giudizio
spettavano all’altro. Così avvenne quel giorno dell’agosto 1924. Lo chef,
Salvatore Coletta, dopo vari esperimenti mantenuti segreti, approntò un piatto
che presentò personalmente a don Alfredo. Vi aveva lavorato per mesi e gli aveva
dato anche un nome: cannelloni. Allineati nel piatto di portata, avevano un
profumo sublime e colori vivaci. Don Alfredo ne assaggiò uno, sgranò gli occhi
e disse solo: “Bravo, Salvatore, per me è una cosa divina. Occorre però il
giudizio dell’Hòtel luna. Mandateli subito a don Andrea Barbaro”. Il messo partì di volata. Don Andrea, comunemente chiamato “il padrone della
Luna”, era un celebre buongustaio: pesava centotrenta chili. Assaggiò,
dette un urlo, spazzò via tutto il piatto voracemente e alzatosi, col
tovagliolo ancora appuntato al collo, detto ordine di suonare a gloria le
campane della chiesa del convento. Per lui l’invenzione dei cannelloni era un
evento straordinario da festeggiare, una grande conquista culinaria degna di
essere comunicata al popolo. Il sagrestano lo guardò timido. Enorme, con voce
perentoria, don Andrea non volle saper storie: “Corri.’ disse “fai
presto, non fare il fesso. Lo sai che oggi è nato un grande piatto?”. Il
brav’uomo obbedì. Don Andrea era esultante come la notte di Natale per la
nascita del Bambino Gesù. Lo scampanio improvviso giunse ai Cappuccini. Don
Alfredo notò sulla terrazza dell’Hotel Luna uno strano sventolio. Prese il
binocolo e vide: era tutto il personale del Luna che taceva festa sventolando i
tovaglioli. L’onore delle armi al concorrente vincitore. Intanto tutte le
campane di Amalfi continuavano a suonare. Certo, dopo l’invenzione delle
bussola quella dei cannelloni è l’altro vanto della città. A Londra, a New
York, nel mondo li mangiano ma non ne conoscono la storia, forse nemmeno in
Italia. Salvatore Coletta resta un signore sconosciuto che non c’è più. Dio
l’abbia in gloria.”.





giovedì 23 ottobre 2014

LASAGNE DI SPINACI con VELLUTATA DI LATTE ALL'OLIO D'OLIVA, PROVOLE DI MONTALBANO E SALAME FRESCO DEI NEBRODI- SICILIAN LASAGNA




                                   Scroll down for English version
Questo mese di Ottobre si è rivelato, per molto più impegnativo di quanto pensassi! E così con tante ricette da fare e proporre mi sto riducendo proprio alla fine, ma ce la farò…devo farcela!!
Inizio con l’MTC n.42 di Ottobre, dove a  decidere la ricetta della sfida è la magnifica Sabrina, che ho la fortuna di conoscere di persona già da 5 anni e quando vado dai miei a Bologna, se ci si riesce organizziamo sempre una pranzo o una cena…o anche solo un caffè, ma dolce come i nostri incontri. Quindi se dico che è una bella persona, lo posso dire seriamente con cognizione di causa, non solo perché sprigiona simpatia attraverso un monitor.
Detto questo, ora vi dico due cose sulla sfida di questo mese: le lasagne!
A casa mia, nella mia casa di Bologna, mia nonna, sfoglina fino al midollo, si facevano non dico tutte le domeniche, perché si facevano anche tortellini, passatelli,  tortelloni, tagliatelle, ma spesso…. sempre pasta fatta in casa, sempre pasta all’uovo…sempre e solo farina e uova! Il profumo della sfoglia era sempre lo stesso, cambiavano gli spessori a seconda del tipo di pasta…non si usava macchinetta per sfogliare, ma tagliere e mattarello!
Se leggete l’intervista che ho avuto l’onore di fare alle mitiche Sorelle Simili per MTChallenge qualche giorno fa, conoscerete qualcosa in più sulla sfoglia Bolognese, a me è sembrato un ripasso, ho rivisto mia nonna con il suo grembiule con le braccia tese sul tagliere a tirare la sua sfoglia gialla o verde.
Ognuno nelle sue case e nelle sue tradizioni ha la propria ricetta di famiglia, il mio ragù lo conoscete e anche la mia sfoglia…. E cosa potevo fare io Bolognese fuori sede di diverso dalle cose che già conoscete??
Mi è stato d’aiuto il weekend scorso passato con amici a Montalbano Elicona, sui Nebrodi , paese agricolo, dove le mucche e le pecore pascolano libere tra cambi e strade…  e mi è stato facile pensare ad un ricetta …molto più di quanto potessi immaginare, grazie alla provola fresca e soprattutto alla Provola Sfoglia stagionata, un tradizionale caciocavallo siciliano prodotto artigianalmente con latte vaccino crudo, caglio animale e sale, con un sapore deciso, ma molto gradevole!

Con questa ricetta partecipo all’MTC n.42Ottobre 2014

LASAGNE AGLI SPINACI CON PROVOLA FRESCA E PROVOLA SFOGLIATA DI MONTALBANO ELICONA con SALAME FRESCO  e VELLUTATA DI LATTE ALL’OLIO

Per una pirofila 16cmx22cm
Sfoglia  agli spinaci
3 uova
330 g farina 00
45 g spinaci freschi, sbollentati, strizzatissimi e sminuzzati grossolanamente

Su un tagliere fate la fontana con 300 grammi di farina e rompeteci dentro le tre uova con una forchetta, aggiungete gli spinaci e prima di cominciare ad inglobare la farina dalle pareti della fontana, mescolateli bene alle uova. Iniziare a unire la farina sempre con l’aiuto di una forchetta e quando più della metà della farina sarà assorbita cominciate a lavorare e mescolare con le mani. Con l’aiuto di un tarocco, o spatola di metallo pulite spesso il tagliere e inglobate bene tutto. Quando ancora l’impasto vi risulterà “grezzo” copritelo a campana con una ciotola, pulite il tagliere ed eliminate tutte le briciole secche di impasto che si saranno formate lavorando e lavatevi bene le mani da ogni residuo. Solo a questo punto con le mani e il tagliere pulito riprendete l’impasto e lavoratelo per almeno 10 minuti. I 30 grammi di farina più o meno avanzati dall’inizio vi serviranno appena iniziate a lavorare l’impasto con le mani, lì capirete se vi servirà data la presenza degli spinaci aggiungere ancora farina, dipenderà molto da quanto strizzati e asciutti saranno gli spinaci, ma anche dall’umidità o meno dell’ambiente dove lavorate  e dalla farina stessa. Io per esempio in totale ho utilizzato 330 grammi di farina usando 3 uova medie.
Dovrà risultare un impasto omogeneo. Chiudetelo in pellicola trasparente , o a campana con una ciotola e lasciatelo riposare a temperatura ambiente mezz’ora circa!
Passato il tempo del riposo schiacciate sul tagliare la palla di impasto ed iniziate con il mattarello a tirarlo verso l’esterno, girandolo e tirando verso l’esterno. Vedrete che comincerà ad assottigliarsi e ad allargarsi.
Per le lasagne dovete fare una sfoglia non troppo sottile, io sono stata sul millimetro di spessore e come risultato finale all’assaggio l’equilibrio tra il condimento e la pasta era direi perfetto, si distinguevano i sapori degli spinaci che ho volutamente lasciato in pezzi così grandi e degli ingredienti utilizzati. È stata chiara la distinzione di consistenze e di gusto tra i formaggi, la sfoglia e il salame!
NOTA IMPORTANTE : ho preparato e tirato la sfoglia venerdì pomeriggio, appena la sfoglia era abbastanza asciutta, cioè non troppo umida (da non confondere con “secca”), ho formato le strisce di lasagna per la pirofila che avrei utilizzato. Ho poi messo ogni lasagna dentro ad un canovaccio, a strati, senza che si toccassero tra di loro, ripiegato bene e chiuso in un sacchetto per alimenti privo di aria. Ho riposto il frigo e lasciato così per 5 giorni. Al momento dell’utilizzo ho semplicemente sbollentato le lasagne in acqua salata  e poi messo su un canovaccio per levare l’acqua in eccesso. 

Vellutata di latte all’olio extra vergine d’oliva
3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
60 g farina
750 ml latte fresco
½ cucchiaino di sale
Pepe nero macinato al momento
In un tegame mescolate  l’olio extra vergine d’oliva con la farina, aiutandovi con una frusta, mettete sul fuco e aggiungete piano piano il latte, continuando a mescolare con la farina. Aggiungete il sale e il pepe portate ad ebollizione. Quando avrete ottenuto la densità di una crema spegnete e coprite a contatto con della pellicola trasparente fino al momento dell’utilizzo.

Per condire le lasagne
100 g di Provola sfoglia stagionata di Montalbano Elicona grattugiata a scaglie
150 g provola di Montalbano Elicona fresca
Vellutata di latte all’olio extra vergine d’oliva
200 g di salame fresco (con sole due settimane di stagionatura) dei Nebrodi “sgranata”
Olio extra vergine d’olive per ungere leggermente la pirofila

Ungete con un pezzo di carta assorbente e un filo di olio d’oliva extravergine la pirofila, dove adagerete una lasagna, condite un primo strato con la provola fresca, il salame sgranato , 3-4 cucchiai di vellutata di latte e una bella spolverata di Provola Sfoglia stagionata, coprite con un’altra lasagna e proseguite , fino a circa 7-8 strati di lasagna. Coprite il tutto con l’ultima striscia di pasta  , una spolverata di Provola sfogliata stagionata.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Infornate per 20 minuti, fino a doratura dello superficie e servite, non bollente, ma caldo!

English version
Last weekend we visited a place here in Sicily on the Nebrodi mountains, where Provola Cheese is a typical product!
Of course it was a great weekend in Moltalbano Elicona, we visited the Caastle and we had great walks in the nature…and as always I bought Cheese and salami , because they are tasteful and even because I had an idea for my new lasagne recipe.
As you know in Bologna Lasagne are a typical handmade dish , so how to make the dough it is easy …. The problem could be to find cheeses as the ones I used , for salami you can use an Italian sausage anyway.

SPINACH LASAGNA with MILK SAUCE made with EXTRA VIRGIN OLIVE OIL , CHEESES AND SAUSAGE

For pasta
3 eggs
1 ¼ cup al purpose flour
¼ cup of  fresh spinach( blanched, very well drained  and coarsely chopped)
On a cutting board make a mound of flour  and pour  in the three eggs  and mix the eggs with a fork, add the spinach and before you begin to incorporate the flour from the sides of the flour, mix well with the eggs. Begin to add the flour again with the help of a fork and when more than half of the flour will be absorbed begin working and mix with your hands. With the help of a metal spatula often clean the cutting board and mix everything well.  During the work  cover the dough with a bell-shaped bowl, clean the cutting board and remove all dried crumbs of dough  and wash your hands well from any residue. Only at this point resume the dough and knead for at least 10 minutes. The dough must be well mixed. Close it in plastic wrap, or cover  with a bowl and let stand at room temperature about half an hour!
With a rolling pin start  to pull it out, turning and pulling outward. You will see that it will start to shrink and expand.
For the lasagna you have to do a not too thin, I have been on a millimeter thick, and as a final result the balance between tasting the sauce and the pasta was perfect. Cut the stripes as you prefer (I usually cut them for the pan I’m going to use).
To cook lasagna just  blanch it  in salted water and then put them on a towel to remove excess water.

Bechamelle sauce with extra virgin olive oil
3 tablespoons extra virgin olive oil
¼ cup all purpose flour
3 cups whole milk
½ teaspoon of salt
Freshly ground black pepper
In a saucepan, mix the extra virgin olive oil with the flour, with the aid of a whip, put on kelp and slowly add the milk, stirring constantly with flour. Add the salt and pepper, bring to a boil. When you have obtained the density of a cream cover off with plastic wrap until ready to use.

MAKE LASAGNA PAN
½ cuo  of aged cheese (I used a typical siciliano one:Provola Sfogliata di  Montalbano )
20 slices of fresh cheese (I used the fresh Provola)
Extra virgin olive oil Bechamelle
½ lb of seasoned Italian sausage  (I used a fresh  salami)
Extra virgin olive oil to lightly grease the pan

Grease with a piece of paper and a drizzle of extra virgin olive oil the pan, lay  a lasagna, a first layer topped with fresh provolone, salami, 3-4 tablespoons of bechamelle  and a good sprinkling of  aged cheese , cover with another lasagna and go up to about 7-8 layers of lasagna. Cover with the last strip of dough, a sprinkling of seasoned cheese
Preheat oven to 350°F-
Bake for 20 minutes, until golden brownand serve, not hot, but warm!



mercoledì 16 ottobre 2013

Egg Benedict... American Breakfast, baked pancakes e 3 anni di Blog!!!

                                                     
                                                         Scroll down for English version

Oggi Cuocicucidici compie 3 anni… e tre anni fa l’MTC di Ottobre era su una ricetta Americana per eccellenza , la Apple Pie, da allora sia Cuocicucidici che l’MtChallenge ne hanno fatta di strada, e ora eccomi qui con una nuova sfida per MTC , e sempre su qualcosa di USA Made per eccellenza, non un sola ricetta , ma bensì  tre , partendo dall’American Breakfast.
Di km negli Usa con maritozzo ne abbiamo percorsi parecchi e di colazioni ne abbiamo fatte tantissime, considerando che mediamente quando andiamo “overseas” stiamo lì quasi un mese.
Uova strapazzate con patate e salsicce, in una fredda mattina sul lago a Yellowstone,  un morbido French Toast con le fragole ad Amelia Island, i blueberry pancakes a Freeport, o i più classici con sciroppo d’acero a San Francisco…. E come dimenticare il mio “Espresso SOLO” con una fetta di Lemon Pound cake da Starbucks, e il muffins al cioccolato extra dark a Washington D.C. , i donuts ad Hyannis,  certo il Bagle a New York, o i biscuit salati con i funghi e le salsiccette  a Savannah, il succo d’arancia con toast e formaggio a Miami, i Pretzel  fatti dagli Amish a Philadelphia,……ok c’è stato anche il bacon abbrustolito a Chicago…o lo yogurt, con macedonia a San Diego… insomma di colazioni Americane ne ho fatte tante e nessun problema ad adattarmi al salato a colazione, considerando che è ostra abitudine saltare il pranzo in viaggio, del resto quest’anno in Giappone ho osato con il salmone disidratato e Ramen in brodo …. Paese che vai usanza che trovi e visto che l’American  Breakfast è una bellissima usanza, io mi sono subito adeguata… così come mi sono adeguata anche alle uova alla Benedict con quella vellutata e morbida salsa olandese, su del prosciutto abbrustolito con una fetta di pane sotto…e quindi appena Roberta , la vincitrice dell’MTC scorso, ha proposto questa combinazione di abbondanza, che mi riporta a bellissimi ricordi, indimenticabili vacanze, non ho fatto altro che gioire e mettermi all’opera.

L’American Breakfast secondo me deve essere completa di tutto, frutta fresca, frutta secca, uova, verdure, bibite, caffè e anche qualcosa di dolce…. Ed ecco che ho unito tutto questo in quello che mi ha resa davvero orgogliosa per una volta di quello che ho fatto.
Con questa ricetta partecipo all’MTC n.33

 
Per l'idea degli spinaci devo ringraziare il mio amico Jake Grader, che mi ha detto che le uova alla Benedict servite con gli spinaci si chiamano "Florentine" !!! THANKS JAKE
MY AMERICAN BREAKFAST : Egg Benedict , Old-Fashioned Biscuit- baked pancakes with caramel-apple topping and Yellow  Peaches Smoothie

 
OLD-FASHIONED BISCUIT (ricetta presa ad un corso sulla cucina del Sud da Williams-Sonoma a San Francisco)

150 g di farina 00
½ cucchiaio di baking powder (io trovo non sia la stessa cosa del lievito per dolci)
¼ cucchiaino di sale

80 g di burro a tocchetti congelato
100 g di panna fresca


Preriscaldate il forno a 200° C
Setacciate la farina, il baking powder e il sale in una ciotola capiente e aggiungete il burro. Con un Pastry blender , o in mancanza con le punte delle dita, mescolate la farina con il burro , fino ad ottenere delle piccole briciole. Aggiungete la panna e usando una forchetta mescolate ed otterrete un impasto morbido .
Rovesciate l’impasto su una superficie infarinata e con le mani formate una palla e stendetela con un mattarello fino ad un dito di spessore. Con un cutter tondo di 6 cm di diametro  formate dei cerchi (con questa dose ne otterrete 6) , metteteli su una teglia con carta forno e cuocete per circa 10-12 minuti, ricordandovi dopo 5-6 minuti di girare la teglia.

** questi biscuit possono essere congelati, prima della cottura, direttamente su una placca da forno, in modo che all’occorrenza possano essere pronti per essere cotti


SALSA OLANDESE (di Laurel Evans , “Buon Appetito America”)

4 tuorli
1 cucchiaio di succo di limone

115 g di burro fuso(preferibilmente chiarificato)
1 pizzico di sale

Laurel aggiunge un pizzico di pepe di Cayenna, ma io l’ho messo
In una ciotola di acciaio inossidabile, sbattete i tuorli con una frusta , aggiungete il succo di limone.  Sbattete vigorosamente finchè il composto si addensa e raddoppia il volume.

Appoggiate la ciotola su una pentola d’acqua in leggera ebollizione(l’acqua non deve toccare la ciotola con le uova). Continuate a sbettere con la frusta e cominciate ad aggiungere lentamente il burro e continuate a sbattere finchè il composto si addensa e raddoppia il volume. Salate.

** Fate attenzione a non fare scaldare troppo le uova, che potrebbero impazzire compromettendo il risultato.
Togliete dal fuoco, coprite con della pellicola e tenetela in un posto caldo. Se la salsa si addensa troppo prima di servire , potreste aggiungere un cucchiaino di acqua calda alla salsa. Nel mio caso è rimasta perfetta .

 

UOVO ALLA BENEDICT
50 g di spinaci lessati e strizzati

1 cipollina fresca

30 g di pancetta dolce a cubetti

1 cucchiaino di aceto bianco
Un pizzico di sale (per gli spinaci)

In una  padellina antiaderente, fate abbrustolire, qualche minuti la pancetta a cubetti con la cipollina tagliata sottile.  Unite metà della pancetta agli spinaci, aggiustate di sale (nel mio caso la pancetta era salata e non ne ho dovuto aggiungere di sale) e mettete in un coppa pasta del diametro di 6 cm  e formate una fossetta all’interno, dove poi appoggerete l’uovo in camicia:
Mettete in una casseruola 7-8 cm di acqua e portate quasi a bollore , aggiungete l’aceto e con l’aiuto di un cucchiaio formate un vortice nell’acqua in cui verserete l’uovo, dopo 2-3 minuti, il tempo che l'albume si cuocia, con l’aiuto di una schiumarola , togliete e scolate l’uovo.

 Mettete un Old-fashioned Biscuit su un piatto, poggiateci sopra gli spinaci e infine ponete l’uovo in camicia, decorate il piatto con la restante pancetta e nappate l’uovo con la salsa Olandese e servite.

 
BAKED PANCAKES with CARAMEL-APPLE TOPPING ( da “Feel Good Food “ Southern Living)

150 g di noci a pezzetti
250 g di farina 00

2 cucchiai di zucchero
1 ½ cucchiaino di baking powder

1 cucchiaino di bocarbonato
½ cucchiaino di sale

250 ml di latticello
2 uova grandi

50 g di burro sciolto
Zucchero a velo

 
Preriscaldate il forno a 180°C.
Mescolate la farina, con lo zucchero, il baking powder e il bicarbonato. Intanto mescolate , sbattendole, le uova con il latticello e aggiungete questo mix piano piano alla farina . Aggiungete lentamente il burro e otterete un composto un po’ grumoso.

Ungete leggermente della carta forno su una placca da forno, rovesciate il composto  sulla crta forno, spargete le noci ed infornate per circa 20 minuti, o fino a doratura.
Tagliate , spolverate con zucchero a velo e servite con il Caramel-Apple Topping

 
CARAMEL-APPLE TOPPING

300 g di mele tagliate a cubetti
100 g di Brown sugar

2 cucchiai di burro
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

¼ cucchiaino di sale

Mescolate in una casseruola tutti gli ingredienti e mettete sul fuoco a fuoco medio . Portate a bollore e mescolate ogni tano. Abbassate il fuoco , e cuocete per altri 5 minuti. Servite caldo sul baked Pancakes .
** Lo potete preparare anche la sera prima , conservare coperto in frigo e la mattina dargli una scladata sul fuoco.

 
SMOOTHIE ALLA PESCA GIALLA
X 1 dose

3   cucchiai di yogurt bianco leggermente zuccherato

2 cucchiai di succo di pesca

½ pesca gialla

Frullate tutto insieme per alcuni minuti e versate in un bicchiere.
** per servirlo freddo potete frullare insieme a tutto qualche cubetto di ghiaccio


 English version
Today is Cuocicucidici’s B’day , three years ago my blog adventure started and I am very happy of all the things happened in these three years.

As you know once a month I have a date with MTchallnege and this month the contest is about American Breakfast and I am really happy about this, because as you know I love USA and alla round them.
I can’t forget during my Us travels how many wonderful yummy breakfasts I and Hubby had… scrambled eggs withpotatoes in Yellowstone, the soft strawberry French toast in Amelia Island,  the blueberry  pancakes in Freeport or the typical ones with maple syrup in an Francisco, and I can’t forget my “espresso solo) with a slice of lemon pound cake at Starbucks, the extra dark chocolate muffins in Washington D.C.,  Donuts in Hyannis, or Bagels in NY city, the salted biscuits with little sausages in Savannah, orange juice with toasted bread and cheese in Miami, Amish Pretxzel’s in Philadelphia….well I also had bacon in Chicago…yogurt and fruit salad in San Diego,…well I really appreciated American Breakfast and had any problemds to eat salted dishes in the morning (as you know here in Italy our breakfast are only made with sweet dishes)….during travels I usually eat what is typical to eat…last Summer in Japan I ate dried salmon and ramen soup .

I think American Breakfast is very good and full of delicious thing as egg benedict , that I am going to post, with spinach, bacon , a fresh yellow peach smoothie and a baked pancake with caramel-Apple topping…. Trust me… it’ s a great American Breakfast .
For spinach I have to thank my friend Jake Grader, he gave me this idea !!Thank youuuuuuuuuuuuuuu


OLD-FASHIONED BISCUIT (I learned this recipe in san Francisco WILLIAMS –SONOMA  class )

2 cups all purpose flour
1 Tbsp baking powder

½ tsp salt
1 ½ sticks chilled unsalted butter (cu tinto small pieces)

½ cup half-and-half

Preheat oven to 400°F.
Sift together the flour, baking powder and salt . Put the flour mixture in a large bowl and add butter. Using a pastry blender or your fingertips, mix the flour and butter together until the mixture resembles small, coarse crumbs. Add the half-and-half and, using a fork, stir to form large , moist clumps.

Turn the dough out onto a lightly floured surface. With floured hands, press the dough together to form a large ball. Roll out the dough to ½ inch thickness, dusting with more flou ras needed. Using a 3 inches  round cookie cutter, cut out the dough and transfer the rounds to an ungreased baking sheet; gather the scraps and repeat.

Bake, rotating the pan once halfway through baking,, until the biscuits are golden brown, 10-12 minutes.
Makes 12 biscuits.

 

 EGG BENEDICT (the same way Laurel Evans tought me some years a go)

½ cup cooked spinach
½ cup chopped pancetta

1 egg
1 tsp withe vinegard

Hollandaise sauce

(old-fashioned biscuit)

Cook some minutes pancetta with finely chopped chive in a pan, and mix with spinach.
Put on a dish a old-fashioned biscuit, cover with spinach and put the poached egg with Hollaindese Sauce.
 
BAKED PANCAKES with CARAME-APPLE TOPPING ( “Feel Good Food” Southern living)

1 cuo chopped walnuts
1 ¾ cups all-purpose flour

2 tsp sugar
1 ½ tsp baking powder

1 tsp baking soda
½ tsp salt

2 cups buttermilk
2 large eggs

¼ cup butter, melted
Powdered sugar

Preheat oven to 350°F

Combine flour  and next 4 ingredients in a  large bowl. Whisk togeteher eggs and buttermilk . Gradually stir buttermilk mixture into flour mixture. Gently stir in butter (Batter will be lumpy).
Pour batter into a lightly greased  jelly-roll pan

Sprinkle with walnuts.
Bake  for 20-25 minutes, or until golden bown. Served with Caramel-Apple topping and powdered sugar.

 
CARAMEL-APPLE  TOPPING

12 oz chopped apples
½ cup firmly packed brown sugar

2 Tbsp butter
1 tsp vanilla extract

¼ tsp salt.
Stir together all ingredients in a medium saucepan. Bring to a boilover medium heat, stirring occasionally; reduce heat to low , and simmer , stirring occasionally 5 minutes.

 
YELLOW PEACHES SMOOTHIE
3 Tbsp white (lightly sweet ) yogurt

2 Tbsp peaches juice
½ yellow fresh peach

Blend all together and serve.