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lunedì 25 maggio 2020

ZUCCHINE ALLA SCAPECE


Il primo Maggio di questo 2020 surreale, Valentina  pubblica così senza preavviso alcuno la foto su Instagram di una insalatiera piena di invitanti zucchine e ohibò...son andata di corsa a leggere ricetta e varie, perchè io come mia nipote "la grande" adoro le zucchine in tutte le salse e alla parola "scapece" mi si è accesa una lampadina...sempre attratta da questa preparazione, ma mai fatta e ci voleva Vale con una delle sue bellissime foto per mettermi all'opera...e "ohibò2" avevo anche tutti gli ingredienti e così lette e fatte!!!
... 'na meraviglia....che ho già rifatto altre tre volte in praticamente tre settimane, del resto le zucchine ormai sono di stagione e le accompagni sia con la carne che con il pesce, insomma uno dei contorni perfetti, anche da portare a qualche pranzo da amici tra pochi amici, visto che da adesso si può
finalmente fare, ...con le dovute precauzioni.


ZUCCHINE ALLA SCAPECE (di Valentina di Profumo di Limoni)

4 zucchine medio-grandi
1 mazzetto di menta fresca
1 spicchio d'aglio
olio extra vergine di olive per condire 
olio di oliva leggero per friggere (in mancanza so che non è la stessa cosa ma va bene anche un olio di semi)
sale
2/3 cucchiai di aceto (come dice Valentina qua in realtà si dovrebbe andare a "sentimento")

Tagliate le zucchine a rondelle ad uno spessore di 2mm (io uso una mandolina). Tamponate le fettine con carta da cucina e mettete da parte. Portate abbondante olio a temperatura e friggete le rondelle di zucchine, facendole dorare ben bene, devono diventare croccanti, ma non bruciare quindi ance qua come per l'aceto andate a sentimento proprio.
Fate "scolare" l'olio di frittura in eccesso e poi mettetele in una ciotola. Preparate l'emulsione di olio extra vergine di oliva, l'aceto, il sale l'aglio e le foglie di menta spezzate grossolanamente e spargete sulle zucchine.

Coprite la ciotola e fate riposare almeno tre orette, io preferisco se posso farle anche la sera prima per il pranzo del giorno successivo, ne guadagnano i sapori che si saranno "mescolati" proprio bene.

lunedì 16 settembre 2019

CASSONI di verdure



I cassoni di verdura, si chiamano così a Riccione, mentre nella parte più su della Romagna, tipo nel Cesenate li chiamano "cascioni". Quindi per me che uso la ricetta Riccionese, non ci sono dubbi: sono i Cassoni, come li hanno sempre chiamati mia nonna e i miei zii.
I Cassoni in pratica sono delle piadine chiuse, ripiene di verdurine di campo selvatiche o anche formaggio e pomodoro. Finalmente ho trovato, nel reparto frigo, delle verdure campagnole, che si sono rivelate perfette per fare i Cassoni come ricordavo io.
Era un bel po' che non impastavo per le piadine e avevo quasi dimenticato quanto fossero facili e veloci da fare e ora riproporrò spesso anche i Cassoni in versione mini per qualche aperitivo, perchè ho fatto la prova e devo dire che fanno il loro effetto di gusto e presenza.
Bando alle ciance allora ed ecco a voi la ricetta!

CASSONI di VERDURE

Per circa 15 piadine

500 g farina 00
1 cucchiaio colmo di strutto ( possibilmente genuino e non quello industriale)
Sale
225 g di latte o acqua circa (dose indicativa, potrebbe servirne qualche grammo in più o in meno)

Impastate in una ciotola tutti gli ingredienti, dovrete ottenere un impasto morbido, per questo la dose del latte è all’incirca. Chiudetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare a temperatura ambiente una mezz’oretta (ma anche due ore va benissimo).

Nel frattempo preparate le verdure ed il ripieno.

400 g di verdurine di campo 
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
1 spicchio di aglio
sale e pepe

In una padella versate l'olio e fate dorare lo spicchio d'aglio. Aggiungete le verdurine e fatele cuocere circa dieci minuti, aggiungete il sale ed il pepe e mescolate. Spegnete il fuoco e fate raffreddare.
Prendete l'impasto e formate delle palline e stendetele una ad una molto sottili.


Mettete un paio di cucchiai di verdure sulle "piade", su una metà del disco, qualche tocchetto, se vi piace di formaggio a pasta morbida, o mozzarella, bagnate con un goccino di acqua i bordi, chiudete a mezza luna e sigillate bene con i rebbi di una forchetta, avendo cura di fare uscire l'aria. 




Mettete su il “testo” per le piadine (ma eventualmente va bene anche una crepiera) sul fuoco e quando sarà bello caldo cominciate a cuocere i cassoni. Quando inizierà a fare le bolle girate dall’altro lato. Quando da entrambi i lati sarà pieno di bollicine cotte e "colorate" cercate senza ustionarvi di mettere la parte della piega in piedi qualche secondo sul testo, in modo da essere certi che sia ben cotto tutto il Cassone.
 Conservateli al caldo dentro ad un canovaccio di cotone o lino fino a quando saranno tutti pronti per essere mangiati.


N.B. Ovviamente alle verdurine potrete sostituire con pomodoro e mozzarella, ricordandovi di condire un pochino il pomodoro con olio sale e pepe.


Enjoyyy!!!

mercoledì 20 marzo 2019

POLLO con VERDURE


Ebbene si! Abbiamo iniziato le grandi manovre per la bella stagione, facciamo programmi per come affrontare il mare, e quindi cerchiamo di mangiare più leggero. In realtà la ricetta nasce più dalla necessità di mangiare un po' di carne di pollo e cucinare tutto insieme col contorno, per fare prima!
Mio marito non ama e quindi non mangia quasi mai pollo, ma che vi devo dire, questa ricettina lo ha conquistato. Peccato solo che ho utilizzato prevalentemente verdure più invernali e che quindi siamo davvero agli sgoccioli. Ma va tenuta a mente e negli archivi!

Basta avere una bella padella capiente ed il gioco è fatto!



POLLO CON VERDURE

500 g di petto di pollo tagliato a fette e a tocchetti
2 pomodori Piccadilly
2 gambi di sedano
1/2 cipolla
250 g di cavolfiore viola
2 zucchine verdi
1 ciuffetto di spinaci
prezzemolo
1 spicchio di aglio
1/2 bicchiere di vino bianco (oppure per stare più leggeri 1 bicchiere di acqua)
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero

Rosolate l'aglio con l'olio nella padella e poi versate tutte le verdure precedentemente, lavate, mondate e tagliate a tocchetti e macinate il pepe nero. Sfumate con il vino (o acqua) e fate cuocere una decina di minuti. Versate i pezzetti di pollo mescolate bene, coprite e fate cuocere. A cinque minuti dalla fine togliete il coperchio e continuate a cuocere, aggiustate di sale e servite caldo.

martedì 29 agosto 2017

GAZPACHO di POMODORI



Più di vent’anni fa facemmo un viaggio “on the road” con mio marito, allora fidanzato, decidemmo di andare a Parigi e poi da lì attraversando Versailles e la Loira, di arrivare sull’Oceano Atlantico, esattamente a Biarritz, ma non avendo prenotato nulla in Estate sul mare è praticamente impossibile pensare di trovare alloggio e così varcammo il confine con la Spagna fino ad arrivare a Bilbao prima e Pamplona in seguito, rientrando in Francia dalla Costa Azzurra. Tutto questo per dire che fu a Bilbao e per caso che scoprii il Gazpacho, fresco, estivo e gustoso che ancora ricordo con piacere.
In Estate quello che faccio senza peperoni è ormai un altro “must” della mia tavola, soprattutto fatto la sera prima e messo in frigo, vi assicuro che al ritorno dal mare ha un suo notevole “perché”.
La ricetta è liberamente ispirata a quello del famoso Ferran Adrià, dal suo libro “Pranzo in famiglia”, la mia zuppetta fredda si discosta dalla sua perché non ho messo il peperone e come aceto uso quello “pebleo” di vino bianco anziché quello di Sherry, ma vi assicuro che la bontà è garantita!!
Ovviamente riproporrò anche quello fedele alla tradizione Iberica!!


GAZPACHO di POMODORI
Per 4 porzioni

1 spicchio d’aglio
1 cipolla rossa media (80 grammi circa)
100 g di cetriolo verde
600 g di pomodori Piccadilly maturi
45 g di pane raffermo integrale
4 cucchiai di acqua
5 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
2 cucchiai di aceto bianco di vino
Sale e pepe nero


Sbucciate lo spicchio d’aglio, tagliatelo a metà ed eliminate l’eventuale “anima”. Mettete in un pentolino un po’ di acqua fredda e aggiungete l’aglio, portate ad ebollizione, prelevate l’aglio ed immergetelo in acqua ghiacciata per raffreddarlo. Ripetete questa operazione per altre due volte dall’inizio.
Sbucciate la cipolla e tagliatela a pezzettini.
Pelate il cetriolo e tagliatelo a pezzetti.
Lavate e tagliate a pezzi i pomodori e metteteli in un recipiente insieme all’aglio, alla cipolla e al cetriolo.
Versate i 4 cucchiai di acqua e il pane raffermo a tocchetti. Frullate benissimo il tutto (io uso il fryllatore ad inmersione KitchenAi, ma ca benissimo anche il Bimby). Aggiungete olio e aceto, sale e pepe e frullate ancora qualche minuto. Filtrate tutto in un colino a maglie fini.

Mettete in frigo fino al momento di servire, perché i Gazpacho va gustato freddo!
A vostro gusto aggiungete crostini di pane.


martedì 13 giugno 2017

MINESTRA CON I TENERUMI



Giuseppe Coria (1930-2003), giornalista di Vittoria in provincia di Ragusa, grande conoscitore e appassionato della sua Sicilia tanto da dedicarsi per anni allo studio del folklore, degli usi e costumi popolari e in particolare della gastronomia siciliana (che lui vedeva come cultura e ritualità), attraverso il suo esauriente libro “Profumi di Sicilia” (ed. Cavallotto), un equivalente dell’Artusi della cucina e delle tradizioni culinarie siciliane, ci parla della “Pasta che Tinnirùma” – la minestra di Tenerumi – in questo modo:
“Non esiste in italiano l’equivalente di Tinnirùma, i quali altro non sono che le cime tenerissime, i tralci, delle piantine di zucchine lunghe (zucchine lunghe estive); attenti, non si tratta dei fiori di zucca, ma proprio della sola parte tenera verde in cima che comprende gambo e foglioline.


È evidente, ora, il significato del termine: “tenerezze”.
Questa verdura – di facile digeribilità per la sua sottile consistenza- è ritenuta molto rinfrescante e leggera: la si consuma proprio per far riposare lo stomaco, e nel gergo, con “mangiare pasta che tinnirùma, si vuole proprio indicare un mangiare fatto di niente!
La ricetta è del Ragusano; mentre, con le solite varianti, nel Palermitano diventa più ricca.”
Oggi è la giornata nazionale della minestra di tenerumi, e se non fosse stato per il Calendario del cibo Italiano, probabilmente non mi sarei mai cimentata in questa ricetta così “popolare” qui in Sicilia, ma anche così “casalinga” o forse troppo semplice, da non averla mai assaggiata.
L’ho trovata “sana”, facile da eseguire e, seguendo la variante più “ricca”, più “palermitana”, così come anche Giuseppe Coria ci scrive, devo riconoscere anche molto buona.
Adesso in questo periodo in Sicilia è veramente facile trovare sulle bancarelle al mercato, o dai fruttivendoli, mazzi mazzi e mazzi di tenerumi, perché inizia la stagione delle zucchine lunghe, ma lunghe tanto da superare abbondantemente il metro di lunghezza.
Il nome scientifico è “Lagenaria longissima” e in dialetto siciliano la si conosce come “Cucuzza longa”, è una pianta rampicante appartenente alle Cucurbitacee.
Da Giugno a settembre produce le zucchine, di forma particolare, poiché sono larghe solo qualche centimetro di diametro, ma si sviluppano in lunghezza come dicevo sopra.
Questo tipo di zucchina ha una crescita velocissima, infatti si sviluppa nel giro di pochissimi giorni.
Se la coltivazione avviene su dei pergolati, in modo che le zucchine possano pendere verso il basso, la loro forma è lineare, mentre se crescono spontaneamente sul terreno prendono una forma quasi a spirale.
Famosissima in estate è la zuppa di zucchine lunghe servita tiepida. E come potete vedere dalla ricetta che segue, vengono utilizzate anche le cime e le foglie tenere per ottenere la minestra di Tenerumi che celebriamo oggi.
Ma ci sono già famosi chef “stellati” che utilizzano i “tenerumi” per creare delle salse come base per piatti coreografici nei loro ristoranti.
La ricetta della minestra che ci tramanda Coria, è  del Ragusano e si fa così:
“Nettare 2 kg di tenerumi e tuffarli in una pentola con sufficiente acqua bollente e sale; a metà cottura versare 500 grammi di pasta.
Servire la minestra brodosetta condendo con solo olio.”
Io ho invece eseguito un’altra ricetta, liberamente tratta dal libro “La cucina siciliana“ di Alba Allotta.



MINESTRA DI TENERUMI
(PER 4 PERSONE)

1 kg  di tenerumi (2 mazzi)
200 g di polpa di pomodoro fresco
1 spicchio grande di aglio
mezza cipolla rossa di Tropea
7-8 foglie di basilico
150 g di spaghetti spezzati
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Sale e pepe
Mondate con cura le foglie e le cimette dei tenerumi, eliminando le foglie più dure; lavatele molto bene, prima in un recipiente pieno di acqua fresca e poi risciacquando spesso, in modo da eliminare bene residui di terreno e sabbia.
Una volta puliti bene, sgocciolateli ed asciugateli su un panno di cotone.
In una pentola capiente, portate ad ebollizione abbondante acqua salata, versate i tenerumi e portate a cottura, ci vorranno circa 15 minuti.
Nel frattempo preparate il soffritto.
In una padella fate appassire la cipolla finemente affettata nell’olio e lo spicchio d’aglio. Aggiungete la polpa di pomodoro, aggiustate di sale, pepate e profumate con le foglioline di basilico e fate cuocere un quarto d’ora.
Appena le verdure saranno cotte, versate il soffritto di polpa d pomodoro e appena riprende a bollire versate la pasta e proseguite la cottura.
Fate riposare la minestra qualche minuto e servite.


Fonti:
“Profumi di Sicilia “ di Giuseppe Coria ed. Vito Cavallotto
“ La cucina Siciliana- in 1000 ricette” di Alba Allotta ed. Newton Compton

Articolo proposto nel maggio 2016 per AIFB 

lunedì 27 febbraio 2017

MINESTRONZIO di verdure (all rights reserved sul nome)



Se al minestrone levate le carote, la zucca, le patate e i legumi.... si ottiene il mio MINESTRONZIO!! E vi dirò che c'è poco da ridere, perchè già vi immagino tutti tra oggi e domani a scofanarvi kg di dolci fritti, paste condite di ogni tipo di condimento e sugo che il Carnevale della vostra città o regione impone ...e si vi sento anche tutti dire: "Ma dai poi da lunedì, ah no facciamo dal Mercoledì delle Ceneri, mi metto a dieta!!"...ah si vi vedo, vi sento...poi però non fate le lacrime di coccodrillo... magnate, bevete MA NON PENTITEVI... ve la siete goduta oh voi che potete e..AVETE FATTO BENE! Io non me la sono goduta, ma me la godrò..e intanto ingurgito quintali di verdure, sempre condite con un filo di ottimo olio extra vergine d'oliva ITALIANO, in realtà poi non mi manca nulla nella mia alimentazione, perchè una pizza a settimana me la mangio, diciamo che evito i dolci e la pasta, perchè quella in soli 50 grammi non ce la posso fare, se la devo mangiare deve essere una porzione più che generosa, opulenta, ricca, ben condita.... quindi meglio niente!
E così ecco che ho trovato il mio comfort food del momento: il minestrone, ma per scelta e consiglio ho tolto alcune cose e così è nato il mio MINESTRONZIO, poco mine e molto stronzio!!!
Però con un po' di Parmigiano Reggiano diventa veramente completo e anche molto buono e diciamo che ormai ne vado anche orgogliosa!!
Me ne faccio un pentolone da 18 litri, me lo conservo nei miei bellissimo Tuperware e congelo e almeno due tre volte a settimane ne usufruisco!


MINESTRONZIO (all rights reserved sul nome!!!)

1/2 cavolo cappuccio verde
1 broccolo siciliano
1 cavolfiore viola
1/3 verza
4 zucchine verdi
5 mazzetti di spinaci
3 mazzetti di bietoline
12-13 pomodorini
5-6 gambi di sedano
1 cipolla grande
2 spicchi di aglio
1/2 mazzetto di prezzemolo
sale grosso
pepe nero macinato fresco
Acqua*

Lavate e mondate bene tutte le verdure. Sbucciate la cipolla e affettatela a tocchi e sbucciate l'aglio. Prendete un pentolone capiente, e cominciate a tagliare a tocchi e tocchetti le verdure e versatele dentro al contenitore, i pomodorini li potrete lasciare anche interi, come preferite. Una volta finito di tagliare tutte le verdure, aggiungete l'acqua fino a superare il contenuto di 1 dito.


Mettete il sale grosso (ma poi ricordate di assaggiare se dovesse servire un'aggiunta), una bella macinata di pepe nero e chiudete con coperchio e portate a bollore su fuoco vivace. Quando inizierà a bollire togliete il coperchio e cuocete un'oretta circa.
Una volta pronto, prelevate un terzo delle verdure scolate e passate tutto il resto al minipimer, o frullatore ad immersione. Riversate le verdure nel pentolone e servite, o conservate.

*Il quantitativo dell'acqua dipende dalla quantità di verdure che userete. Io preparo un pentolone da 18 litri per il quantitativo di verdure usate nella ricetta di cui sopra, fate quindi le dovute proporzioni!

mercoledì 16 marzo 2016

PELLEGRINO ARTUSI: Finocchi colla balsamella n.339


" Con questo manuale pratico  basta si sappia tenere un mestolo in mano, che qualche cosa si annaspa"
E direi che Pellegrino Artusi quando scrisse queste parole nel suo libro di cucina, che è stato davvero la scuola di cucina per moltissime persone a partire dalla fine dell' 800, aveva proprio ragione.
Oggi per il Calendario del Cibo Italiano di AIFB è la giornata nazionale proprio di questo uomo che con la sua passione prima e la sua conoscenza poi ha raccolto e regalato le basi della nostra cucina.
Ambasciatrice AIFB della giornata è Maria Greco Naccarato che ci  racconta nel suo post dedicato alla giornata chi era questo Romagnolo che dedicò tanto tempo alla cucina.
Pellegrino Artusi nacque a Forlimpopoli, in Romagna, sotto lo Stato Pontificio all'epoca, nel 1820, e lì visse fino all'età di 31 anni, nel 1851, anno in cui si trasferì a Firenze, in seguito ad uno spiacevole episodio che accadde alla sua famiglia. 
Nella città Toscana si dedicò alle sue due passioni: la letteratura e la gastronomia e poichè la biografia che scrisse su Ugo Foscolo non sortì alcun successo, nel 1891 pubblicò, a sue spese, quello che divenne il suo capolavoro, in tutti i sensi, a giudicare dalle decine di edizioni che furono stampate " La scienza  in cucina e l'arte di mangiar bene". Il libro uscì nel 1891, ad oggi è tradotto in molte lingue.
Artusi morì nel 1911.
Io ho la fortuna di avere una bellissima edizione, del 1918 (tra due anni compirà il secolo di vita) che apparteneva alla zia di mia madre, che ricordo cucinava benissimo, soprattutto i dolci! Lo custodisco nella mia libreria in cucina e ha uno dei posti d'onore, perchè penso a quante volte lo avrà sfogliato e usato la zia Paolina, penso che è stato stampato alla fine di una guerra e che ne ha superata un'altra.
Ha superato traslochi, è un libro che la zia ha regalato alla mia mamma che lo scorso anno lo ha donato a me...mi è infinitamente caro, ora più che mai.

Delle tante ricette scritte per questa giornata nazionale a lui dedicata ho scelto una ricetta semplicissima, ma ottima che la prima volta che l'ho fatta i ha dato la soddisfazione di ricevere tanti complimenti e domani la preparo di nuovo da offrire ad alcune amiche che vsaranno mie ospiti!
Vi trascrivo la ricetta esattamente com'è scritta nel libro, cercando in seguiro di darvi delle dosi, perchè sono andata ad occhio anche io.
Con questa ricetta partecipo al Calendario del Cibo Italiano,


339.FINOCCHI COLLA BALSAMELLA

"Prendete finocchi polputi, nettateli delle foglie dure, tagliateli a piccoli spicchi, lavateli e scottateli nell'acqua salata.Metteteli a soffriggere nel burro e, quando l'avranno succhiato, tirateli a cottura intera col latte. Assaggiateli se stanno bene a sale, poi levateli asciutti e poneteli in un vassoio che regga al fuoco. Spolverizzateli di Parmigiano e copriteli di Balsamella. Rosolateli** col fuoco sopra e serviteli col lesso e coll'umido."


4 finocchi
700 ml di latte intero
50 g di burro
sale 
1/2 litro di besciamella
Parmigiano reggiano grattugiato

** Passateli in forno a 180°C per 15 minuti.

domenica 28 febbraio 2016

ORECHIETTE CON LE CIME DI RAPA FATTE IN CASA


                     Scroll down for English version
 
Ho vissuto in Puglia da quando avevo 40 giorni di vita fino ai 12 anni e credo di averlo già detto, ma ho avuto un’infanzia bellissima!
Le Estati passate in quel magnifico mare blu, i pomeriggi a scorrazzare in bicicletta per le campagne o a giocare per strada con gli altri bambini, gli inverni a bere il tè con i taralli all’ora di merenda, e le domeniche, le Feste trascorse sempre con gli amici più cari!
Bene se dico Puglia dico amici, se penso alla Puglia penso alla famiglia… e poi se parlo di Puglia inevitabilmente parlo del suo cibo…con cui ho avuto l’imprinting del mio archivio culinario dalle focacce, dai taralli, come dicevo, le mozzarelle, le verdure, l’olio d’oliva extra vergine che non manca mai nella mia dispensa, il pesce fresco, le braciole col sugo, e un’infinità di dolci, ma non posso dire Puglia in questo archivio se non dico orecchiette…con le cime di rapa!!!
Oggi è il loro giorno nazionale, oggi AIFB e il Calendarionazionale del cibo le “festeggiano”, grazie anche all’ambasciatrice della giornata Enrica Gouthier che ci spiega nel dettaglio la loro origine e storia.
Paradossalmente le ho mangiate, sempre fatte a mano, ma non le ho mai fatte in Puglia, perché quando vivevo lì pensavo a giocare e a godermela attraverso altre cose, ma crescendo la mia passione per la cucina mi ha portata a desiderare di farle e così mi sono cimentata da autodidatta a fare le orecchiette a mano, solo con la farina di semola di grano duro e l’acqua, una ricetta semplice, “povera”, e quando è la stagione giusta ho imparato ad assaporarle proprio con le cime di rapa, che da bambina non amavo perché avevano quel retrogusto amarognolo…beh che dire?? Adesso lo trovo un piatto così delizioso e per quanto resti semplice nell’esecuzione, per me meriterebbe un posto nella cucina gourmet!




ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA
Per 2 persone
200 g di farina di semola di grano duro
100 ml circa di acqua

500 g di cime di rapa lavate e mondate
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva (Pugliese)
1 pezzettino di peperoncino
Sale
Pepe
2 spicchi di aglio
1 acciuga

Versate la farina su un tagliere di legno, e formate una fontana iniziate e versare l’acqua e a mescolare; non è detto che dobbiate usare tutta l’acqua, così come potreste aver bisogno di aggiungere un pochino di farina.
Dovrete ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso. Fate riposare l'impasto chiuso in pellicola trasparente o coperto da una coppetta " a campana", io questo passaggio spesso lo ometto.
Prendete un pezzetto di impasto (il resto copritelo con una ciotola, per evitare che al contatto con l’aria secchi) e fate un bastoncino di 1 cm circa di spessore e tagliatelo a pezzettini piccoli 1 cm circa con un coltello. Prendete ogni pezzettino di impasto e poi con la punta di un coltello arrotondato (qualcuno potrebbe avere l'orticaria, perchè ritiene che non vada bene AMEN, se ne faccia una ragione, perchè amiche di Bari, Alberobello e  Conversano - che guarda caso sono proprio in provincia di Bari, toh!- usano coltelli come quello che vedete nelle foto e il risultato è fantastico), strisciatelo  sul piano di lavoro verso di voi e poi con la punta del dito indice rivoltatelo, ed ecco a voi l’orecchietta. Spolverizzate di farina di semola dei vassoi di cartone e poggiate le orecchiette.  
Procedete così fino ad esaurimento dell’impasto.*





Preparate le cime di rapa.
 Mettete in una pentola capiente l’acqua, salatela leggermente e portate a bollore.
Nel frattempo in una padella abbastanza grande mette l’aglio a soffriggere nell’olio d’oliva extra vergine con il pepe, il peperoncino e l’acciuga.
Versate le cime di rapa, pulite e mondate appena l’acqua bolle  e fatele cuocere un paio di minuti. Tiratele fuori con una ramina (conservando l’acqua di cottura perché è lì che cuocerete le orecchiette) e mettetele subito nella padella con l’aglio e olio e mescolate e a fiamma vivace.
Versate nel frattempo nell’acqua bollente le orecchiette, quando iniziano a venire a galla scolatele e aggiungetele  nella padella con le cime di rapa, mescolate bene e servite subito calde!!
*Se volete potete mettere i vassoi nel freezer, e dopo 30 minuti conservare le orecchiette congelate in un sacchetto per alimenti  e cuocerle quando vi servono senza scongelarle.


English version
 
When I was 40 days old my family moved to Puglia a southern Italian region. I spent all my childhood there and it was great.
I will always remember our friends, that are almost as my relatives, all the Sundays and Holidays spent together, the blu sea and my rides in the country by bike!
One of the best thing over there is food of course..my “culinary imprinting” was born there.. with focacce, taralli, great vegetables, mozzarella cheese, traditional desserts and above all “orecchiette” pasta. Only handmade, only homemade… but nobody tought me how to make them…I teach bymyself!!
So today for Italian food calendar is  the National Day of orecchiette with turnip green and trust me they are delcious!

Enjoy yor day ..and make orecchiette!!!


ORECCHIETTE WITH TURNIP GREEN
For 2 people
7 oz  of durum wheat semolina flour (200 grams)
1/3  cup  of water

1 lb of turnip greens washed and cleaned
2 Tbsp  extra virgin olive oil
1 small piece of red dried chilly pepper
salt
pepper
2 cloves garlic
1 anchovy

Create a well with the flour on a wooden cutting board, and start pouring water  in the center and mix; not necessarily you have to use all the water, as you may need to add a little flour. Knead the dough .
You'll have to get a soft dough but not sticky.
Take a piece of dough (cover the rest with a bowl, to avoid drying), and make a stick and cut it into small pieces with a knife (1 cm x 1 cm). Take each small piece of dough and  with tip knife (as you can see in the pic above) press it toward you and turn over with your finger tip. Sprinkle with semolina flour place the orecchiette on a dish.
Do this until all the dough is finished. *

Prepare the turnip green “sauce”.
Put in a large pot water and salt it lightly and bring to a boil.
Meanwhile in a large skillet fry  the garlic in extra virgin olive  oil with pepper, chilli and anchovy.
Pour turnip green  and cook a few minutes. Pour them in the skillet  on high heat 2-3 minutes, but keep the cooking water to cook the orecchiette pasta. When orecchiette start to come to the surface, drain and add to the pan with the broccoli, stir well and serve immediately hot !!
* If you want you can put the trays in the freezer, and after 30 minutes you can  store  the frozen pasta in a zip lock and cook them when you need them without thawing.

lunedì 25 gennaio 2016

MINESTRONE DI VERDURE CON EMULSIONE DI RICOTTA ALL'OLIO D'OLIVA E PISTACCHI DI BRONTE- VEGETABLE SOUP



                          Scroll down for English version

Molto più veloce dell'ultima zuppa, ed in maniera ancora più semplice, se ciò fosse possibile eccovi un corroborante minestrone, nulla di così ricercato, o originale, ma servito in maniera insolita grazie ad un'emulsione di ricotta con un ottimo olio d'oliva extra vergine nuovo appena  giunto dalla Puglia..perchè???? Perchè a me che il minetrone sia a pezzettoni o passato piace con un filo di buon olio d'oliva extra vergine e una spolverata di PArmigano e in questo modo ho voluto solo renderlo più invitante!!
Per chiarirci le idee sulle varie differenze tra minestroni, zuppe & co.



Con questa ricetta sul filo di lana ...al foto-finish... partecipo all'MTC n.53 dove la sfida proposta dalla Vitto è "zuppe e minestroni"


 MINESTRONE DI VERDURE CON EMULSIONE DI RICOTTA ALL'OLIO D'OLIVA E PISTACCHI DI BRONTE

4 pomodori piccadilly
1 carota
100 g di zucca
100 g di verza
100 g di cavolfiore
1/2 porro
1 cipolla media
4 foglie di bietola
1 mazzetto di spinaci
1 gamb di sedano
1 patata media
1 zucchina verde
1 spicchio di aglio
prezzemolo
pepe nero
sale grosso
3 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
acqua quanto basta a coprire le verdure

Per l'emulsione di ricotta

200 g di ricotta di pecora
2 cucchiai di olio d'oliva extra vergine
50 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
sale

Pistacchio di Bronte tritato



Lavate e mondate tutte le verdure (tranne l'aglio) e tagliatele in modo grossolano.
In una casseruola capiente (io ovviamente ho usato la mia Staub rossa ) soffriggete lo spicchio d'aglio finemente tritato con l'olio d'oliva extra vergine e una macinata di pepe. Dopo 3-4 minuti, versate tutte le verdure e coprite con l'acqua, aggiungete sale grosso e portate a bollore.
Coprite con il coperchio e lasciate cuocere per circa 2 ore.
Nel frattempo preparate l'emulsione di ricotta. In un contenitore alto e stretto versate la ricotta, l'olio extra vergine di oliva, il Parmigiano grattugiato e il sale e emulsionate con un frullatore ad immersione. Coprite con pellicola e riponete in frigo.
Quando il minestrone sarà pronto per essere servito, versatelo nelle coppette, o scodelle , aggiungete un cucchiaio di emulsione di ricotta e decorate con il pistacchio di Bronte tritato.


English version



 For the soup 

4 tomatoes
1 carrot
3 1/2 oz  pumpkin
3 1/2 oz of cabbage
3 1/2 oz  of cauliflower
1/2 leek
1 medium onion
4 leaves of Swiss chard
1 bunch of spinach
1 celery stalk
1 medium potato
1 zucchini green
1 clove garlic
parsley
black pepper
coarse salt
3 tablespoons extra virgin olive oil
just enough water to cover the vegetables

For the ricotta cheese mousse

7 oz  ricotta cheese
2 tablespoons extra virgin olive oil
2 oz  grated Parmigiano reggiano
salt

Wash and clean all vegetables (except garlic) and chop coarsely.
In a large pot (I of course I used my red Staub pot) fry the garlic finely chopped with extra virgin olive oil and freshly ground pepper. After 3-4 minutes, pour the vegetables and cover with water, add salt and bring to a boil.
Cover with a lid and simmer for about 2 hours. Taset for salt.
Meanwhile, prepare the  ricotta mousse. In a tall, narrow container pour the ricotta cheese, extra virgin olive oil, grated Parmigiano reggiano and salt and blend with an hand blender. Cover with plastic wrap and store in refrigerator.
When the soup is ready to serve, pour into cups or bowls, add a tablespoon of ricotta mousse and decorated with chopped pistachio.