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lunedì 18 marzo 2019

ANANAS sciroppate con ROSMARINO e VANIGLIA di Ferber



Un giorno, anzi il giorno che siamo rientrati dal viaggio ad Istanbul, di domenica pomeriggio, mio marito pensando a cosa mangiare per cena, si ispirò che voleva solo della frutta! Ora stanchi da un viaggio, con le valigie in macchina, il pensiero di scaricare l'auto, di non voler altro che stendersi sul divano, secondo voi io avevo la minima intenzione di andare a comprare frutta? Assolutamente no! MA il caso vuole che per le strade di Catania, a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana c'è sempre qualche carriolino, camioncino per strada che vende frutta e verdura!


Sulla strada verso casa ci siamo ritrovati un camion pieno di ananas e mio marito prontamente è sceso con l'intenzione di comprarne una. Ebbene, io stanca non sono scesa e ho lasciato fare a lui. Quando ho realizzato, devo essere onesta mi è preso il panico, ma ora a distanza di mesi e visti i risultati spero quanto prima di riavere una fortuna simile, perchè mio marito è risalito in auto dopo aver messo nel bagagliaio due buste di plastica con dentro qualcosa come 12 ananas, si DODICI, per un totale di 5 euro di spesa!
Erano anche molto mature quindi non avrebbero avuto vita lunga, un paio le abbiamo regalate alle zie, un paio le abbiamo mangiate e le altre otto? Hanno fatto una fine meravigliosa!Ho preso il mio libro di confetture di Christine Ferber e le ho sciroppate, vi assicuro che esce fuori qualcosa di paradisiaco.
Spalmate semplicemente su una fetta di pane tostato, o per farcire la panna di qualche torta, o semplicemente servite su una coppetta di yogurt Greco, ve lo assicuro vi risolve un'urgenza di dolce all'improvviso.



ANANAS ALLA VANIGLIA E ROSMARINO ( da "Mes Confintures" di Christine Ferber)

2 kg di Ananas (1 kg al netto)
800 g di zucchero semolato
succo di un piccolo limone
2 baccelli di vaniglia
10 aghi di rosmarino
200 g di gelatina di mele verdi (io ho usato quella fatta con le bucce delle mele)

Sbucciate l'ananas, tagliate in quattro e levate la parte centrale, quella legnosa, e poi tagliate a lamelle e tocchetti. In una terrina versate l'ananas, lo zucchero, i baccelli di vaniglia aperti per il lungo e i semini prelevati da queste, i rametti di rosmarino ed il succo di limone. Mescolate bene, coprite con un foglio di carta forno a contatto e mettete una notte al fresco (in frigo).
L'indomani, passate ad un colino e raccogliete il succo ottenuto insieme ai baccelli di vaniglia in una casseruola e portate a bollore e continuate la cottura a fuoco vivo. Lo sciroppo si concentrerà a 105°C, controllate con un termometro da zucchero apposito. Versate i tocchetti di ananas e la gelatina di mele riportate ad ebollizione e fate cuocere a fuoco vivo. Schiumate e mescolate e fate bollire per circa cinque minuti. Verificate la consistenza gelatinosa( sempre tenendo presente che è caldo e quindi la prova di versarne una goccia su un piattino freddo vi aiuterà), versate nei vasetti sterilizzati, chiudete e mettete a testa in giù coprendo con una coperta fino a raffreddamento.

Prima di chiuderli nei vasetti, potete dividere i pezzi di baccelli di vaniglia ed inserirli con l'ananas perchè oltre che a regalare più profumo daranno anche un decoro al vostro lavoro.




venerdì 26 ottobre 2018

TORTA DI MELE semplicemente facile, veloce e buonissima di Paola



Questa giunta quasi al termine pare sia stata la settimana dei dolci se passate da qui. E dico la cosa può anche andare bene se valutiamo che tra pochi giorni avremo un bel ponte di qualche giorno più lungo.
Credo negli otto anni di vita di questo blog di aver più spesso scritto che la mela come frutto da mangiare da solo non sia tra i miei preferiti, eppure se solo penso a farci una ricetta diventa inevitabilmente quello che ha il profumo della casa calda, confortevole, serena, adatto ai primi giorni in cui le temperature finalmente si abbassano, e si desidera la copertina quando si guarda un bel film acciambellati sul divano, e si mettono le infradito nella scarpiera e si tirano fuori le pantofole!
Qualche giorno fa su Facebook mi appare la foto di una bella torta di mele e subito sono dovuta andare a leggere la ricetta, così semplice, facile che l'ho rifatta immediatamente.
La ricetta l'ha pubblicata Paola del blog  Pâte à choux, che è una garanzia perchè le sue ricette sono super collaudate e di riuscita assicurata.


Vi dirò di più su questa ricetta e cioè che fatta tre giorni prima mantiene la sua bontà, morbidezza e umidità, come se non fosse passata nemmeno mezza giornata. Come sempre vi consiglio se amate il genere di provarla e credetemi se amate le torte di mele, questa ricetta la rifarete spesso.



TORTA di MELE (di Paola di Pâte à choux)



150 g di burro morbido
170 g di zucchero
3 uova a temperatura ambiente
100 g di farina
50 g di fecola
50 g di amido di mais  *(la ricetta originale prevede SOLO l'uso di 100 g di Fecola di patate)
1/2 bustina di lievito per dolci
 5 mele golden (la ricetta di Paola ne prevede solo 4)
1 limone grande non trattato e molto profumato
scorza grattugiata di un limone non trattato 
2 cucchiai di zucchero
zucchero a velo

Il burro e le uova devono essere a temperatura ambiente, quindi organizzatevi per tempo.
Imburrate ed infarinate una teglia di 24 cm di diametro.
Grattugiate la buccia del limone e poi spremete il succo.
Mondate le  mele  mettendole in due  ciotole separate  farne  2 1/2 a cubetti  e 2 1/2  a fettine, e versate metà del succo di limone in ogni ciotola con la scorza grattugiata  ed  i due cucchiai di zucchero, uno per ogni ciotolina e mescolate bene.
Nella ciotola della planetaria usando la frusta a filo, o se non l'avete con le fruste elettriche, montate il burro con lo zucchero, aggiungete un uovo alla volta e poi versate la farina, amido di mais e/o fecola di patate e il lievito, mescolate  e aggiungete  le mele tagliate a cubetti al composto, amalgamate per bene  con una spatola e versate e in una teglia imburrata ed infarinata di 24 cm. Decorate la superficie con le mele tagliate a fettine.


 İnfornate a 180 per 45-50 minuti circa. Fate in ogni caso la prova stecchino.
Una volta fredda cospargere con zucchero a velo.



mercoledì 18 ottobre 2017

CROSTATA DI MELE


Non cerco più giustificazioni per queste lunghe pause dal blog, diciamo che me la sto prendendo comoda, del resto anche THE RECIPE-TIONIST è un giochino tra blogger "slow" senza stress ed impegni..e siccome questo piccolo spazio tutto mio nell'immenso universo del web per me è solo un piccolo e piacevole hobby, prendetemi per come sono!!
Da qualche giorno proprio per passione e allegria è nato un gruppo su Facebook dove si parla e si scherza solo di pie, tarte e crostate e delle caccavelle a queste dedicate, ovviamente il gruppo non poteva che chiamarsi PIE DONNE.. & pies! Se siete curiosi o amanti allo stato puro del genere siamo !

https://www.facebook.com/groups/1963565583886614/

Di dolci di mele ne abbiamo fatti e ne continueremo a fare in varietà e quantità infinite, se piace il genere; e così vedendo una crostata di Simonetta de I Sapori di casa ho deciso che dovevo provare, con mie modifiche personali per via dei miei gusti, e posso dirlo?? E' venuta fuori una signora ricetta da far fare proprio bella figura quando si porta un dolcino a casa di amici, che è il destino di questa che vedete nelle foto, pessime come sempre, ma era sera e una cena tra amici mi aspettava.

Concentratevi sulla ricetta e sui profumi che inonderanno la vostra cucina!!


CROSTATA DI MELE “easy” (liberamente tratta da Simonetta )

Per la frolla

300 g Farina 00
2 Uova
100 g  di burro
100 g di zucchero
1 cucchiaino di estratto puro di vaniglia
Scorza grattugiata di un limone
3 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Per il ripieno

5 mele Golden
50 g di burro freddo tagliato a cubetti
50 g di zucchero di canna
Suco di mezzo limone
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di maizena

2-3 cucchiai di confettura di mirtilli
Gelatina di mele (fatta in casa con le bucce delle mele!!!)



Nella ciotola del KitchenAid lavorate, utilizzando il gancio “K” o “foglia”, la farina con il burro, unite le uova, lo zucchero, l’estratto di vaniglia, la scorza del limone e un pizzico di sale.
Fate amalgamare bene gli ingredienti e avvolgete l’impasto a cui avrete dato la forma di una in pellicola trasparente per alimenti e lasciate per almeno un’ora in frigorifero.

Ovviamente questa frolla velocissima da fare si può lavorare anche a mano, senza alcun problema, lavorate dentro una ciotola con la punta delle mani e appena tutti gli ingredienti saranno uniti, procedete al riposo in frigo.
Preparate il ripieno, sbucciate le mele e tagliatele a tocchetti. Versate in una casseruola Metti con il burro, lo zucchero di canna, la cannella in polvere e il succo di limone.  Mescolate il tutto ed aggiungete la maizena e cuocete fino a quando le mele non saranno morbide. Prelevate due cucchiai di mele cotte e mettete da parte. Mentre il resto frullatelo con un frullatore ad immersione.
Preriscaldate il forno a 180*C.
 Imburrate ed infarinate una tortiera (se usate una tonda sui 22 cm di diametro).
Infarinate leggermente il piano da lavoro e stendete la frolla ad uno spessore di 3-4 mm, arrotolatela sul mattarello e riapritela sullo stampo. Sistemate bene sui bordi e bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta.
Versate e stendete sul fondo della frolla la confettura di mirtilli. Mescolate i due cucchiai di mele messi da parte con la purea di mele e riempite il guscio di frolla. Livellate e con i ritagli di pasta avanzati decorate la superficie della crostata con strisce intrecciate.
Infornate per 30-40 minuti, fino a che la vostra crostata non avrà preso un bel colore dorato.
Scaldate la gelatina di mele e una volta che la crostata sarà raffreddata spennellate la superficie per renderla lucida e ancora più gustosa.

ENJOY!

martedì 8 novembre 2016

THE RECIPE-TIONIST di NOVEMBRE/DICEMBRE è:



So che inizio il post  di THE RECIPE-TIONIST allo stesso modo da un po’ d tempo a questa parte, ma davvero non so come e non so perché ( o forse lo so , ma non ne sono sicura o non voglio pensarci ) mi ritrovo sempre con troppe cose da fare e da voler risolvere e terminare e insomma, arrivo qui e vado sempre di corsa e di fretta.
Per fortuna questo mese a venirmi in aiuto c’è stata Mapi, che ci ha ospitati nel suo bellissimo blog e ha riportato tanta voglia di partecipare al THE RECIPE-TIONIST a molti di voi che mancavano da troppo tempo…e questo mi ha fatto un enorme piacere, perché avete tirato fuori ricette che ci hanno riportato un po’ indietro a quando dedicarci ai nostri blog era così “ingenuo”!!!
Ah vero avevo fretta, anche perché sono le 2.00 di notte e domani ho la sveglia alle 7.00 poi il perché ve lo dirò, un giorno …forse, con calma, se avrò tempo!!
Lascio la parola a Mapi, che ringrazio perché vedere le sue ricette rifatte da tanti amici in comune, che sono davvero amici mi ha dato un friccicorino “grande” di nostalgia!
“Vincere The Recipe-Tionist questo mese mi ha regalato tantissime emozioni. Vorrei innanzi tutto ringraziare tutti i partecipanti, incluso chi non ha fatto in tempo a pubblicare entro fine ottobre: veder tornare alla luce tante ricette degli inizi mi ha fatto misurare la strada che ho percorso in questi 6 anni.
Io vi avrei voluti tutti in finale, ma le regole mi impongono di scegliere solo 5 di voi, e mi sottometto. Dopo attenta e sofferta considerazione, questa è la mia rosa:

3. Torta di cavolfiore di Zibaldone culinario di Elena - Prepara una delle mie ricette di Ottolenghi preferite e siccome non ha la nigella usa il carvi, che col cavolfiore è la morte sua. Un twist da provare, e senza sensi di colpa per giunta: le verdure fanno bene, no?

4 Treccia ai frutti rossi di An Old fashioned Lady di Alessandra - Mi compaiono su FB foto di dolci golosi e corro a vedere la ricetta. Immaginate la mia faccia quando scopro che si trova sul mio blog! Fatta da lei è decisamente più golosa, e all'improvviso capisco le proposte di matrimonio di suo marito: la ricetta sarà anche mia, ma è la sua mano che lui ama! Evviva, non sono una rovinafamiglie. 🙂

5.Old fashioned chestnut cake di Spicy note di Lidia - La maggior parte delle ricette che avete riproposto sono di matrice Vanpeltiana, e la Old Fashioned Chestnut Cake è la quintessenza della Vanpeltianità. Ogni anno in questo periodo mi riprometto di farla, ma poi per tante ragioni lascio perdere. Quest'anno mi ci metto d'impegno!

8.Apple pie di Ricette e vignette di Francesca - Altra ricetta Vanpeltiana, l'aroma del rosmarino nei dolci di mele mi fa impazzire. Altro colpo al mio girovita.

9.Stinco ai pomodori secchi di Monica di La cucina di Monica - A dispetto del nome del mio blog io amo il salato, e lei propone il coniglio ai pomodori secchi in versione stinco. La sua versione ha un grandissimo perché, e io devo provarla per trovare la risposta!”

E siccome sono già le 2.18… vado al sodo and THE WINNER IIIIIIIIIIIIIIIIIIIS ( ma non è stato per niente facile decidere eh!!... son diventate le 2.27!!!)

          Ricette e Vignette



                      con la Apple Pie

Come sempre vi aspettiamo con tante belle ricette di Francy, dal 15 Novembre al 15 Dicembre (avete letto bene…UN MESE!!).

Le ricette di Francesca le trovate QUI
Le regole del THE RECIPE-TIONIST le trovate QUI

venerdì 30 settembre 2016

GELATINA DI MELE-APPLE JELLY


                     Scroll down for English version

Un giorno passi su uno dei due blog di Roberta, anzi no non è vero, vedi una foto sulla sua bacheca facebook e ne vieni rapita, e corri a leggere sul suo blog  ( vado a vivere in campagna) la ricetta e scopri che le bucce delle mele, i torsoli, i semini, che hai buttato in quantità dopo pranzo durante la tua esistenza, o per tutte le torte di mele fatte nella tua carriera di "mangiatortedimele", hanno un senso, ... hanno una "vita oltre la morte"!!!!
La gelatina di mele, da versare sciolta sulle crostate di frutta, o da spalmare su pane e burro, o per riempire dei caldi croissant...ma anche come addensante nelle confetture al posto della Pectina preparata (come suggerisce Roberta, basterà togliere un pochino di zucchero dal peso della confettura previsto dalla ricetta), con i formaggi stagionati, sullo yogurt, (ma soprattutto a cucchiaiate)... insomma mi si è aperto un mondo, soprattutto dopo averla fatta e aver visto che ci si riesceeeeeeeeeeeeee!!!
Quindi quando fate torte di mele o anche quando vi sbucciate una mela durante la giornata, fate come me: conservate bene in un buon contenitore ermetico e mettete in freezer, quando avrete la giusta quantità eseguite e siate felici!


GELATINA DI MELE ( di Roberta Cornali)

500 g di bucce di mele, torsoli e semini
acqua fredda
zucchero in quantità pari al peso di succo ottenuto

Mettete le bucce, i semi ed i torsoli delle mele (ovviamente precedentementw lavate) in una casseruola. Copriteli d'acqua fredda e portate a bollore a fuoco dolce e a pentola coperta. Lasciate sobbollire per una ventina di minuti. Quando le bucce saranno tenere e traslucide, passate la preparazione da un colino e schiacciatela con un cucchiaio per ottenere la maggior quantità di succo possibile. Filtrate di nuovo il succo da un colino coperto da una mussola, o da un colino di cotone. Raccogliete i lembi della mussola in modo da formare un fagotto ed appendetelo sopra un recipiente per farlo scolare lentamente. Ci vorranno circa 20 minuti. Scaldate nuovamente il succo e fatelo sobbollire a fuoco basso per altri 20 minuti in modo che si riduca della meta' e diventi sciropposo. Pesatelo e rimettetelo al fuoco con pari quantità di zucchero. Portate a bollore e  fate cuocere per circa 10-15 minuti. Verificate la consistenza della gelatina versandone una goccia su un piattino freddo di frigorifero: se si rapprende subito, la gelatina e' pronta. Versate subito in vasetti da 250 ml, come al solito sterilizzati ed asciutti, copriteli con un panno pulitissimo e fate raffreddare completamente la gelatina prima di chiudere i vasetti con i loro coperchi.
Si conserva in dispensa al buio circa 8-9 mesi, una volta aperta però conservare in frigo.


English version

I saw a picture on Roberta's facebook page and I had to read as soon as possible the recipe, and I was well shocked about what we can get using peel, seeds and apple cores! Oh my gosh I couldn't believe it... this jelly is so good, easy to make, the color is gorgeous...think to spread it on a slice of warm bread, on to put it into a delicious croissant, or to cover a fruit cake, on a good greek yogurt, or even to thicken jam and marmelades.... 


APPLE JELLY (by Roberta Cornali)


1 Lb of apple skins, cores and seeds cold water sugar (the equal weight of the juice obtained) Put the skins, seeds and apple cores in a saucepan. Cover them with cold water and bring to a boil over low heat and cover the pan. Let simmer for about twenty minutes. When the skins are tender and translucent, sieve the preparation with a colander and mash with a spoon to get the most amount of juice possible. Sieve again the juice by a strainer covered by a muslin. Heat again the juice and let simmer on low heat for another 20 minutes so that you reduce it and it becomes syrupy. Weigh it and put it back on the fire with equal quantity of sugar. Bring to a boil and cook for about 10-15 minutes. Check the consistency of jelly pouring a drop on a cold plate, if it thickens quickly, gelatin is ready. Pour immediately into jars , as usual sterilized and well dried, cover with a clean cloth and let cool completely before closing the jelly jars with their lids.
Store in counter till 8-9 months, once opened store in refrigerator.

martedì 30 agosto 2016

AMERICAN APPLE PIE




Sono in vacanza dalla parte opposta rispetto agli Stati Uniti.... ma credo che l'American Apple Pie ci stia sempre e comunque bene...ovunque ci si trovi nel mondo.... se poi la si serve con una pallina di favoloso gelato alla vaniglia...ancora meglio, no?!
Il post che segue l'ho scritto più di un anno fa per MTC!!!


Si usa dire “Americano come una Apple Pie”, per dire che si è  al 100% degli Stati Uniti d'America, e nulla potrebbe essere più vero da un lato, ma anche più falso allo stesso tempo!
La Apple Pie per gli Americani è il dolce nazionale, quello che per Thanksgiving (il giorno del Ringraziamento) non deve mancare sul tavolo dei dolci vicino alla Pumpkin Pie (la torta di zucca), o che per l’Independence Day (il  4 Luglio)va accompagnato con una pallina di gelato alla vaniglia.  Ma in realtà la Apple Pie non nasce negli Stati Uniti, perché ve ne sono già tracce nel XIV secolo  in un testo,  compilato circa nel 1390 dal cuoco “mastro” del  re Riccardo II ed  in seguito presentato alla Regina Elisabetta da Lord Edward Stafford.
“ XXIII. For To Make Tartys in Applis
 Tak gode Applys and gode Spryeis and Figys and reyfons and Perys and wan they are wel ybrayed co-lourd wyth Safron wel and do yt in a cofyn and do yt forth to bake well.”
Si parla di “coffin” coperchio, per la stessa “regola” che in quell’epoca il “guscio” di impasto serviva da contenitore, e non era destinato ad essere mangiato (anche se secondo me visti i tempi, qualcuno alla fine se lo mangiava eccome), e questo valeva anche per le dolci Apple pie, che  non contenevano zucchero,  anche perché a quei tempi, scarseggiava parecchio e soprattutto era costosissimo.
Nel  1545 invece il “guscio” (coffin) si prevedeva andasse mangiato anche perché lo zucchero cominciava ad essere più facilmente reperibile e  già in un libro di cucina della metà del  XVI secolo (che trattava anche  anche di galateo, della vita domestica e delle feste nel periodo dei Tudor ) “A Proper newe Booke of Cokerye” troviamo una ricetta di Pie alla mele verdi 
“To make pyes of grene apples - Take your apples and pare them cleane and core them as ye wyll a Quince, then make youre coffyn after this maner, take a lyttle fayre water and half a dyche of butter and a little Saffron, and sette all this upon a chafyngdyshe tyll it be hoate then temper your flower with this sayd licuor, and the whyte of two egges and also make yourcoffyn and ceason your apples with Sinemone,Gynger and Suger ynoughe. Then putte them into your coffin and laye halfe a dyshe of butter above them and so close your coffin, and so bake them.”.
Negli Stati Uniti  le mele arrivarono insieme ai primi coloni Inglesi, in quanto lì esistevano solo le piccole mele selvatiche, come specie autoctona, e così i coloni iniziarono ad importare semi delle loro colture Europee, così come altri frutti, usi e costumi.
Nel 1796 nel libro di cucina di Amelia Simmons “American Cookery” si trovano due ricette per la Apple Pie
  “ Apple Pie - Stew and ftrain the apples, to every three pints, grate the peel of a frefh lemon, add cinnamon, mace, rofe-water and fugar to yourtafte - and bake in pafte No.3*.
  A Buttered Apple Pie - Pare, quarter and core tart apples, lay in pafte   No.3, cover with the fame; bake half an hour, when drawn, gently raise the top cruft, add fugar, butter, cinnamon, mace, wine or rosf-water.”.
*Per No.3, si rimanda alla ricetta di un impasto  base scritto sempre nello stesso libro fatto di uova, burro e farina.
La Apple pie venne poi ufficialmente affiancata alla classica pallina di gelato alla vaniglia alla metà del 1890, e da allora quando si parla di Pie à la mode, si intende proprio la Pie di mele col gelato e nessuna altra pie. Mentre in New England spesso si usa servirla con una fetta di Americanissimo formaggio Cheddar.
Negli Stati Uniti ormai  le coltivazioni di mele sono presenti in ogni stato, ma i tre Stati maggiori produttori sono il Michigan, lo stato di New York e quello di Washington.
Le mele che più sono adatte all’Apple pie sono le Granny Smith, Golden Delicous o Fuji (per fare nomi di specie facilmente reperibili qui in Italia ), perché contengono una giusta acidità che rende la torta migliore, ma anche e soprattutto perché mantengono la loro “forma”, senza diventare purè o rilasciare troppi liquidi durante la cottura.
Di base la Apple pie ha un guscio di Flacky pie crust,  double pie crust, o  basic pie dough, sostanzialmente si parte sempre da una brisèe, senza uovo, senza lieviti, nel più semplice dei casi, fino ad arrivare a  impasti con diversi ingredienti per trovare la pie perfetta.
Ma una cosa le accomuna tutte, il profumo di spezie e mele che inondano la cucina piacevolmente durante la preparazione e la cottura.
In conclusione, però, possiamo dire che  la Apple pie è decisamente Americana, non c’è libro di dolci oltreoceano che non ne includa una, perché sarà anche vero che la Apple pie non è nata negli Stati Uniti d’America, ma di certo c’è che gli Americani hanno saputo farla loro, fino a renderla il dolce nazionale per ogni occasione.
E come scrive Martha Stewart nel suo “ Martha’s American food” Nessun dolce esprime di più l’  “all American” come una dorata e  perfettamente friabile Apple pie”.


APPLE PIE di Laurel Evans

Per il ripieno
8 mele grandi Granny Smith
120 gr di zucchero (+ un cucchiaio per la copertura)
1 cucchiaio di succo di limone
1/4 di cucchiaino di sale
1 cucchiaino di cannella in polvere
1/4 di cucchiaino di noce moscata in polvere
1/4 di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
1 cucchiaio e 1/2 di maizena (ma va bene anche farina)
30 gr di burro
1 uovo sbattuto leggermente con un cucchiaino di acqua (da spennellare per la rifinitura)


per la Flaky Pie Crust
320 g di farina
1/4 di cucchiaino di sale
1/4 di cucchiaino di lievito per dolci
200 gr di burro, freddo e tagliato a cubetti
5-7 cucchiai di acqua gelata
1 cucchiaio di aceto

In un robot da cucina con la lama di metallo, o nella ciotola della.llaneyaria (KitchenAid) con il gancio a "foglia", lavorate insieme brevemente la farina, il lievito e il sale. Unite il burro e azionate rapidamente la macchina fino ad ottenere un impasto di briciole grandi quanto pisellini.
Unite l'aceto e la minor quantità possibile di acqua ghiacciata e azionate rapidamente la macchina.
Il composto dovrà essere friabile ma rimanere attaccato se si pizzica tra le dita. Se necessario, unite ancora un po' d'acqua.
Trasferite in un sacchetto di plastica e impastate rapidamente attraverso il sacchetto finché il composto sta insieme. Dividete l’impasto di 2/3 e 1/3, con ognuno formate una palla  e  avvolgetele nella pellicola e appiattitele a disco. Mettete in frigorifero per almeno 1 ora (meglio per una notte) prima di stendere la pasta.
Stendete la pasta brisée friabile in un disco di 30 cm di diametro, ad uno spessore di circa 3 mm o più sottile. Trasferite in una tortiera di 22 cm di diametro, lasciando un bordo di circa 1 cm. Coprite con la pellicola e mettere in frigo per almeno 30 minuti.
Sbucciate le mele, privatele del torsolo e tagliatele a fette di 5mm. Trasferitele in una ciotola capiente e mescolatele con lo zucchero, il succo di limone, il sale e le spezie. Lasciate marinare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti, poi scolatele raccogliendo i succhi, versateli in un pentolino antiaderente su fuoco medio con il burro e fate bollire finché il composto è sciropposo e leggermente caramellato, per circa 5 minuti, ruotando il pentolino, ma senza mescolare. Mescolate intanto le mele con la maizena finché questa non è più visibile. Versate lo sciroppo sulle mele, mescolate e trasferite il ripieno nel guscio di pasta freddo. Ammonticchiando al centro.
Stendete il secondo disco di pasta brisée e appoggiatelo sul ripieno. Rifilatelo di circa 1 cm dall'orlo della tortiera e premete il bordo su quello della base. Ripiegatelo in sotto in modo che sia al livello del bordo della tortiera. Formate delle scanalature o premete con i rebbi della forchetta per sigillare bene. Praticate quattro tagli ad angolo retto sulla superficie. In alternativa, tagliate delle striscioline di impasto e usatele per creare una decorazione a reticolo. Mettete in frigorifero per 30 minuti.
Scaldate il forno a 215°. Spennellate la superficie con l'uovo sbattuto e cospargete uniformemente con 1 cucchiaio di zucchero. Cuocete al livello più basso del forno per 45-55 minuti o finché i succhi ribollono e la superficie è molto dorata. Se si scurisce troppo rapidamente , coprite con un foglio di alluminio. Spegnete il forno e appoggiate la teglia direttamente sul fondo del forno per 10 minuti. Servitela calda con gelato alla vaniglia.


 NOTE:
-per la ricetta ho scelto la ricetta di Laurel, benchè molti libri di ricette americane che possiedo usano una classica pasta Brisée con un minimo quantitativo di zucchero, perché sia nell’aspetto che nel sapore, ho trovato che tutto corrispondeva perfettamente alle Apple Pie originali.
-per la farina io ho usato una Petra5, ma la classica 00 va benissimo.
-l’utilizzo nella flacky pie crust di aceto e lievito regalano un risultato a mio avviso perfetto.


Bibliografia:

 “Stati Uniti, una scoperta gastronomica” Culinaria-Könemann
“The Williams-Sonoma Baking Book” Oxmoor House
“Buon Appetito America” Laurel  Evans
“Martha’s American food” Martha Stewart



mercoledì 4 maggio 2016

ATHABASCA GLACIER AND JASPER- CHEDDAR AND APPLE PIE

 

                     Scroll down for English version
 


A proposito del nostro viaggio nel Canada Occidentale della scorsa Estate vi avevo lasciato QUI, ora riprendo e spero di non perdermi più così per strada, poiché stiamo già progettando le prossime vacanze e vorrei almeno aver finito di raccontare quelle passate!
Partendo da Banff abbiamo iniziato a percorrere la bellissima Icefields Parkway (la strada del parco dei ghiacciai), una strada mozzafiato per gli scenari di cascate, ghiacciai e picchi delle Rocky Montains Canadesi lunga 232 km da Banff fino a Jasper, verso Nord, verso zone meno abitate, più selvagge e credetemi ne vale davvero la pena.


Il giorno che siamo partiti da Banff purtroppo un’antipatica foschia ci ha un po’ rovinato i panorami che ci si prospettavano lungo il viaggio, ma ciò non ci ha impedito di godere di spettacolari scenari, a cominciare dal Peyto Lake ammirato dal Bow Summit a circa 2135 metri di altitudine, insieme alla vista del ghiacciaio Peyto.  





 A metà strada siamo giunto alla seconda sosta della giornata cioè l’Athabasca Glacier (ghiacciaio) dove dopo aver preso informazioni all’organizzatissimo Visitor Center, siamo saliti su enormi mezzi fuoristrada per giungere fino sui ghiacci di questo enorme Ghiacciaio, dove abbiamo potuto bere un’acqua azzurrissima e freschissima. Un’esperienza che consiglio a tutti anche se non economicissima.












Ripresa l’auto lungo la strada ci siamo fermati a fare una breve passeggiata (circa 30 minuti) per ammirare le Athabasca Falls (cascate) dell’omonimo fiume che arriva fino al fiume McKenzie fino a portare le acque dei ghiacciai per 6200 km all’Oceano Artico. 






Da quella stessa passeggiata si attraversa un piccolo canyon fino a giungere ad acque più tranquille.



Ripreso il viaggio su questa strada che ad ogni curva riserva piacevoli sorprese tra fiumi, laghi e ghiacciai, si passa anche dove il fiume Athabasca si unisce al Whirlpool River che è anche il punto di passaggio dove attraversavano le acque carovane di viaggiatori attraverso le montagne Canadesi, e siamo giunti nella villaggio di Jasper che dà il nome ad uno dei parchi più vasti e più belli di tutto il Canada.






Jasper è una cittadina molto più semplice e meno turistica rispetto a Banff, ma ciò non toglie che è comunque ricca di locali e birrerie, fa da punto di partenza per innumerevoli attività sportive, dal tracking, al rafting, alla pesca ed è quindi il paradiso dei campeggiatori, i negozi sono miniere di ogni cosa utile ed indispensabile per poter godere della vacanza “selvaggia” a pieno titolo.



Abbiamo prenotato una suite in un Best Western Inn and suites e ci siamo trovati davvero bene, anche se avevamo l’angolo cottura, per entrambe le sere in cui abbiamo sostato a Jasper abbiamo scelto ristoranti locali, uno il C200, ottimo ed elegante, l'altro più familiare il Seasons al Lobstick Lodge dove tra carne di alce e bistecche non ci siamo fatti mancare nulla, nemmeno le ottime Birre IPA che in Canada vengono prodotte in ogni dove.
Per le colazioni invece sento di potervi dare due ottimi consigli, il primo è “the other paw bakery cafè” dove producono ottimi e favolosi scones di ogni genere, mentre il secondo è una lavanderia a gettoni The Snowdome … dove fanno un ottimo caffè espresso, e lo dico seriamente con altrettanto ottimi cappuccini che ricordo dovrete chiamare  ”LATTE” (non dite cappuccino o milk, ma proprio LATTE).
La mattina seguente ci siamo svegliati presto perché desideravamo macinare km per poter godere di più attrazioni possibili, visto che il giorno dopo ci aspettavano due giorni di viaggio per arrivare a quasi 40 miglia dal confine con l’Alaska.






Quindi dopo la nostra ormai consueta passeggiata a piedi corroborante, visto che anche se il sole era splendido, di prima mattina le temperature sono ancora basse, abbiamo preso la macchina per dirigerci verso i laghi della zona tra cui il Medicine,e il famosissimo Maligne Lake, che nonostante il nome è bellissimo. Lungo la strada la vista di cervi e famiglie è assicurato. 

Mentre gli orsi anche se dicono che a Jasper siano notevolmente più numerosi che a Banff è quasi impossibile avvistarne.
Prima tappa il Maligne Canyon e i suoi lunghi ma bellissimi sentieri.




Per pranzo abbiamo fatto pausa al Jasper Park Lodge (sempre della catena dei Fairmont Hotel) …inutile dirvi un posto meraviglioso, con servizi assolutamente all’altezza, con viste indimenticabili.
Dopo la rilassante e goduriosa pausa pranzo a suon di apple pie ci siamo diretti al Maligne Lake, dove la passeggiata è veramente quanto di più piacevole ci possa essere. 


La serata siamo tornati al paese, dove oltre alla cena e alla passeggiata di rito non è mancato un po’ di sano shopping.


La giornata ci ha lasciato altri stupendi ricordi e luoghi che non dimenticheremo.
Siamo andati a dormire con la sensazione che quei posti, quella natura e quei colori ci sarebbero mancati, ma nuovi posti ci aspettavano e soprattutto tanti km costeggiando il Fraser River dove i salmoni iniziano la risalita per deporre le uova…..

NOTE DI VIAGGIO

-ICEFIELDS PARKWAY: mozafiato, VIVAMENTE CONSIGLIATO
BEST WESTERN Jasper Inn & suite: a soli 5-6 minuti dal centro del paese di Jasper, in posizione silenziosa. La suite comodosissima, come un mini appartamento con camino e balcone, molto pulito. CONSIGLIATO
JASPER PARK LODGE: ristorante e bistrot ottimi, servizio impeccabile, posizione favolosa a pochi km dal centro del paese, CONSIGLIATO VIVAMENTE
C200 at The Crimson: elegante, ottima cucina, canadese e fusion. CONSIGLIATO
SEASONS at the Lobstick Lodge: ristorantino più familiare, con anche qui un ottimo servizio e buon cibo tipicamente Canadese. CONSIGLIATO
THE OTHER PAW BAKERY CAFE': ottimi scones e ottimo forno. CONSIGLIATO VIVAMENTE
BIRRERIE E BAR : Earl’s-  Jasper  Brewing Company, ma anche altri tutti CONSIGLIATI
JASPER  e tutti i dintorni sono CONSIGLIATI VIVAMENTE



La ricetta che vi propongo per questa tappa è una Apple pie, ma diversa da quella più famosa made in USA, perché contiene il formaggio Cheddar, ed è una creazione di uno chef Canadese. La presenza del formaggio non disturba anzi con quella sapidità particolare dona quel “in più” che rende questo dolce davvero unico e gustoso!



CHEDDAR AND APPLE PIE (by chef Justin Leboe “ Calgary books”)

(Dose per una teglia da24 cm di diametro, dose ridotta rispetto alla versione in Inglese)
Per l’impasto
350 g di farina 00 (più un po’ per spolverare il piano di lavoro)
220 g di burro congelato a cubetti (più un po’ per imburrare la teglia)
130 g di acqua fredda
120 g di cheddar crudo (bianco stagionato) grattugiato
15 g di zucchero
5 g di sale
In un robot da cucina con lame in acciaio (io uso il Bimby)  versate la farina, lo zucchero e il sale e date alcuni compi veloci di motore. Aggiungete il burro e fate lavorare giusto il tempo per ottenere un mix di “briciole” grandi. Con le lame in movimento aggiungete il formaggio, un po’ alla volta, fino a che non sarà ben amalgamato. Aggiungete un po’ alla volta l’acqua fino a che non si formerà una palla di impasto.
Spolverate leggermente un piano di lavoro, rovesciate l’impasto e lavoratelo qualche secondo in modo da renderlo omogeneo. Formate una palla e chiudetela bene dentro a pellicola trasparente per alimenti e mettete in frigo minimo mezz’ora fino  a massimo due giorni (potete anche congelarlo, ma fatelo poi scongelare in frigo un giorno).

 Per il crumble(topping)
200 g di farina 00
120 g di brown sugar
110 g di burro a temperatura ambiente
100 di Cheddar crudo(bianco stagionato)
3 g di sale

Sempre usando un robot da cucina mettete nella ciotola il brown sugar, la farina e il sale, mescolate alcuni secondi. Aggiungete il burro e fate lavorare il robot fino a che non otterrete briciole grandi come pisellini. Versate il formaggio e mescolate con le lame in movimento fino ad ottenere un composto grumoso. Formate una palla, chiudete in pellicola trasparente per alimenti e congelate almeno 30 minuti.
(ma potete prepararlo anche una settimana prima, perché comunque andrà grattugiato sulla torta da congelato).

PREPARATE IL GUSCIO DI PASTA
Preriscaldate il forno a 190°C.
Imburrate ed infarinate una teglia di 24 cm di diametro (io di ceramica per pie).
Su un piano di lavoro leggermente infarinato stendete l’impasto freddo di frigo, e ricavate un cerchio di 30 cm di diametro e spesso 2-3 mm. Con l’aiuto del mattarello arrotolate l’impasto su di esso e stendetelo sulla teglia, premete bene l’impasto sul fondo e sui bordi.  Bucherellate con i rebbi di una forchetta e coprite con i pesi di ceramica (se non le avete coprite con un foglio di carta forno e usate fagioli secchi, o ceci) e cuocete circa 10 minuti, o fino a che l’impasto non inizia a colorarsi. Fate raffreddare e togliete i pesi di ceramica e tenete da parte.

Per il ripieno di mele
8 mele (Fuji e Granny Smith)
120 g di burro
Succo di 1 limone
150 g di zucchero semolato
2 ½ cucchiai di farina 00
1 cucchiaio di estratto puro di vaniglia

Preriscaldate il forno a 200°C.
Pelate e pulite dal torsolo le mele, tagliatele a fettine di mezzo cm di spessore. Sciogliete il burro in una padella capiente a fuoco vivace. Aggiungete le mele e versateci sopra il succo di limone e cuocetele per circa 10 minuti, o fino a che iniziano ad ammorbidirsi, ma restano ancora croccanti.
In una ciotolina, mescolate lo zucchero e la farina. Versateli sulle mele e aggiungete la vaniglia. Mescolate delicatamente tutto.
Versate il mix di mele nel guscio di impasto precotto. Coprite con il crumble congelato grattugiandolo creando un mucchio più altro nel centro.
Cuocete per circa 1 ½ ora e servite caldo. (Vi assicuro che anche tiepida o fredda è deliziosa)


English version
 
After Banff  we went to Jasper through the scenic Icefileds Parkway, sorich with waterfalls , glaciers and rivers. Unfortunately that morning the sky was foggy, but anyway what we visited was great. We went to the Peyto Lake and admired it from the Bow Summit and then we went to the breathless Athabasca glacier and even if it was a bit expensive it worth it.

Before arring in Jasper we had a stop at the Athabasca Falls and canyon…..
In Jasper there were less tourist than in Banff (and we really liked it) and it is Camping lovers’ Paradise.

We booked a suite in the Jasper Best Western Inn and suites and it was really confortble.
During the two evenings in Jasper we had dinner at the C200(at the Crimson) and it was a good dinner (Canadian-fusion), and  at Seasons at the Lobstick Lodge were the Kitchen was familiar and typical.
For Lunch after visiting the Medicine and Maligne Canyon we went at the Jasper Park Lodge (Fairmont Hotels) and it was delicious and relaxing. The place is amazing.


In the afternoon we had a great time at the wonderful Maligne Lake and had one of the most stunning walk during sunset time. We ate apples and Bluberries by the lake.
We always will bring these places in our hearts forever.


Of course before dining we spent time in the breweries in Jasper and I had my “traditional” shopping.
We were ready to go to the North for new adventures…stay tuned!!


ICEFIELDS PARKWAY: amazing, breathless.... HIGHLY RECCOMENDED
BEST WESTERN JASPER  Inn & Suites: just 5-6 minutes from downtown by foot. The very comfortable suites , had  a  fireplace and balcony, very clean . RECOMMENDED
JASPER PARK LODGE: restaurant and bistro great, excellent service , fabulous location a few kilometers from the downtown by car , STRONGLY RECOMMENDED
C200 at The Crimson : elegant , excellent cuisine , Canadian and fusion . RECOMMENDED
SEASONS  at the Lobstick Lodge : a nice familiar restaurant with kind  service and typically good food Canadian . RECOMMENDED
THE OTHER PAW BAKERY CAFE':so good scones and breakfast. HIGHLY RECCOMENDED
THE SNOWDOME:best Latte and espresso in town (trust me I am Italian) HIGHLY RECCOMENDED
BREWERIES AND BARS: Earl's and Jasper Brewing Company , RECOMMENDED
JASPER  and all the surroundings are STRONGLY RECOMMENDED
The following recipe is from a Canadian chef and it is full of savory thank to the Cheddar cheese. Try it… it is a great surpise!

CHEDDAR AND APPLE PIE (chef Justin Leboe – “Calgary cooks”)
Serves 10 to 12 (makes one large 12-inch pie)

Pastry  dough
4 cups all-purpose flour (plus more for dusting)
1 Tbsp granulated sugar
1 tsp salt
2 cups unsalted butter(cold in 1-inch cubes, plus more for greasing)
3 cups grated white cheddar
1 ¼ cup cold water

Place flour, sugar and salt in a food processor fitted with a metal blade and pulse a few times to combine. Add butter and pulse until the mixture starts to resemble a coarse meal. With the motor running, add cheese, a bit at a time, util incorporated, then drizzle in the water and process until the dough starts to form a ball.
Lightly dust a clean work surface with flour and transfer the dough to the counter, knead it a bit, folding it over onto itself until smooth. Roll the dough into a ball, wrap it in plastic wrap and refrigerate for at least 30 minutes or for up to 2 days.

Crumble topping
1 ¾ cups brown sugar
2 ¾ cups all-purpose flour
1 tsp salt
1 cup ( ½  lb) unsalted butter, room temperature
1 ¾ cups aged white Cheddar

Place brown sugar, flour and salt in a food processor fitted with metal blade and pulse a few times to mix. Add butter and pulse until pieces are the size of small peas. Add cheese and pulse a few times until the mixture is loose and crumbly. Pour the topping into a large bowl, press i tinto a loose ball, wrap it in plastci wrap and refrigerate for at least 30 minutes (but even one week ).

FINISH PASTRY DOUGH
Preheat the oven to 375°F). Lightly greas and flour a deep 12-inch pie pan and have ready enough pie weights or dry beans to cover the bottom of the pan. Lightly dust a clean work surface with flour. Remove the dough from the fridge, unwrap it and place it on the counter. Roll out the dough until you have a circle 15 inches in diameter and ¼ inch thick. Roll the dough around a rolling pin, then center it over the pie pan and press it evenly in to the bottom and sides. Pierce the dough in several places with a fork, fill the dish with the pie weights or beans and bake for 10 minutes, or until the crust starts to brown . Remove it from the oven, allow it to cool slightly and tip out the pie weights or beans. Set aside.

Apple filling
12 medium apples (Fuji and Granny Smith)
½ cup unsalted butter
Juice of 1 lemon
¾  cup granulated sugar
2 ½ Tbsp all-purpose flour
1 Tbsp vanilla extract

Preheat the oven to 400°F. Peel, core and slice the apples about ¼ inche thick. Melt butter in a large pot on high heat. Add apples, pour lemon juice over them and cook until softened  but still crisp, about 10 minutes.
In a small bowl, combine sugar and flour  until well mixed, then pour over the apples nd add vanilla. Stir gently until incorporated, then pour the apple mixture into the prebaked pie shell. Cover with (grated) crumble topping, mounding it in the centre, then bake for 1 ½ hour. Serve warm.